E buongiorno!
Sono aperte le registrazioni per il Digital Journalism Fest!
È il festival sul futuro della comunicazione che sto organizzando, che si terrà il 22 marzo dalle 14 alle 22 allo Spazio Base di Milano!
Ieri ho passato tutto il pomeriggio da Spazio Base a Milano per fare un sopralluogo e decidere un po’ di aspetti del Festival che sto organizzando: scelta delle sedie, posizionamento del led wall, giochi di luce.
C’è tutto un mondo bellissimo che sto scoprendo e che ha a che fare con la creatività. Sto imparando un sacco di cose.
Yep, sbaglierò un sacco, e molte cose le ho già sbagliate, ma vabbè.
Ingresso libero fino a esaurimento posti. Perciò mi raccomando, registratevi solo se sarete sicuri di venire e dis-registratevi se non potete venire più.
Il New York Times sta raffinando l’uso dell’Intelligenza Artificiale per la sua redazione. Inizierà presto la formazione per i giornalisti e sta lavorando a uno strumento interno che li aiuterà nel lavoro quotidiano, che si chiama Echo.
I dettagli li ha forniti Semafor, che ha avuto accesso a mail interne del Times. Perciò ho sfrucugliato un po’ i dettagli per capire come si sta muovendo sull’AI il colosso editoriale più colosso che c’è. Ecco un po’ di dettagli.

Programmi AI approvati dalla dirigenza del NyTimes
GitHub Copilot e Vertex AI di Google per lo sviluppo di prodotti
NotebookLM
ChatExplorer
alcuni prodotti AI di Amazon
lo strumento interno Echo, in fase beta
In che modo i giornalisti sono incoraggiati a usare l’AI e lo strumento Echo
generare titoli SEO
condensare articoli
farsi suggerire modifiche
fare brainstorming
analizzare tramite Q&A documenti lunghi e complessi
sviluppare prodotti come Quiz, Test o FAQ.
Possibili casi d’uso dell’AI suggeriti dalla dirigenza del NyT
Quante volte è stato menzionata la parola Al negli episodi di questo podcast?
Puoi rivedere questo paragrafo per renderlo più conciso?
Immagina di postare questo articolo del Times su Facebook. Come lo promuoveresti?
Riassumi questo articolo del Times in un tono conciso e colloquiale per una newsletter
Puoi proporre 5 titoli ottimizzati per la ricerca per questo articolo del Times?
Puoi riassumere questa opera teatrale scritta da Shakespeare?
Puoi riassumere in termini semplici questo rapporto del governo federale?
Cosa NON devono fare i giornalisti con l’AI
Redigere o modificare sostanzialmente un articolo
aggirare un paywall
pubblicare immagini o video non etichettate come AI generated
Come ricostruisce Semafor, dentro al NyT c’è un po’ di maretta. Alcuni giornalisti e capiredattori hanno paura che molti reporter potrebbero impigrirsi e che un uso eccessivo possa portare a poca creatività e accuratezza.
Credo siano timori da non liquidare sbrigativamente come lamentele antiquate, ma spunti di riflessione che possono guidarci nell’integrazione che è di là da arrivare.
«L'intelligenza artificiale generativa può aiutare i nostri giornalisti a scoprire la verità e ad aiutare più persone a comprendere il mondo», si legge nelle linee guida del Times.
«L’AI non è una soluzione magica. Come molti altri progressi tecnologici del passato, è uno strumento che possiamo usare per potenziare il nostro lavoro e servire meglio la nostra missione».
🚨 Ma parliamo di fake news
Contenuto in collaborazione con la Commissione Europea
Qui e in altri canali vi parlo spesso di fake news, f..k news, manipolazioni e parzialità delle notizie. Sono temi che ci chiamano in causa come giornalisti e comunicatori, ma anche come utenti bombardati ogni giorno da centinaia di titoli, video e post virali.
Secondo un’indagine dell'Eurobarometro 3 giovani europei su 4 pensano di essersi imbattuti almeno in una fake news negli ultimi sette giorni.
Contemporaneamente il 70% di loro è convinto di saper riconoscere notizie manipolate.
L’operazione non è così facile e difficilmente lo sarà di più, visto che si presume entro il 2030 il 90% dei contenuti sarà prodotto da sistemi AI.
Al Digital Journalism Fest avremo come partner istituzionale la Rappresentanza della Commissione europea in Italia, impegnata da tempo nel contrasto della manipolazione informativa insieme alle altre istituzioni europee.
E in quella giornata lanceremo insieme un sondaggio, proprio per indagare meglio questi fenomeni e capire il ruolo dell’Ue nel loro contrasto.
Se intanto vi va di approfondire qualcosa sulle azioni già in atto per combattere questi fenomeni, qui trovate i principali atti europei emanati negli ultimi anni, mentre qui c’è un approfondimento sull’European Media Freedom Act, che punta a tutelare maggiormente noi giornalisti dalle interferenze straniere.
Intanto, se avete voglia di rispondere, trovate il sondaggio qui.
🙌 Pezzi belli belli
😱 Su Netflix io e te abbiamo cover diverse sugli stessi titoli, perché?
😐 «Non credo sia sbagliato essere dipendenti dai social, perché tanto lo sono tutti». Il New York Times ha intervistato 12 persone, per capire come vede il mondo chi usa troppo TikTok
🔥 Se lavori con Marketing, Comunicazione, Social, Contenuti e Digital ogni anno hai un appuntamento: leggere il report di We Are Social sui trend digital 2025, appena uscito
🚀 Come è cambiato per sempre YouTube da quando Gangnam Style diventò la prima canzone della storia a superare 1 mld di views. Spoiler: è nato un club esclusivo
🥱 A proposito di scrolling social, perché non riusciamo più ad annoiarci?
🎬 25 scene horror vecchie di anni ma che ancora ci spaventano
😍 Migliaia di fotografi e candidature per riuscire a entrare qui: nella lista delle migliori foto subacquee del 2025 (raga sono bellissime 🥹)
🎯 «Quando bevi, bevi. Quando mangi, mangi. Quando dormi, dormi.». Questo dovrebbe essere il «segreto» per vivere una vita piena: essere presenti, perché è così difficile?
😂 Vi linko questo video per due motivi 1) se anche per voi avere 37.1 di febbre significa essere in coma, riderete tantissimo 2) ho il sentore che vedremo sempre più pagine così: video fatti con AI che esprimono un messaggio, oggi ironico domani chissà
📚 L’hai letto?
Di cosa parla ✍️ Fa una panoramica dei nuovi (dis)equilibri mondiali, sconquassati dagli ultimi conflitti
Perché lo consiglio ✌️ Perché è cinico il giusto, visto che è scritto dall’ex boss dei servizi segreti italiani
Un passaggio bello 📝 «Il gas russo, ma anche le armi americane. Il mercato unico, ma anche la tecnologia cinese. Con Israele, ma anche con la Palestina. L’Italia è una Repubblica fondata sul “ma anche”»
⚒ Tools
«Scrivere significa mettere insieme un bel gruppo di lettere, non un gruppo di belle lettere». Una guida di 5 minuti per capire come scrivere online
Evita di chiedere una call ai tuoi colleghi con l’estensione Chrome che ti registra lo schermo, gratis
I non-Apple ameranno: come Airdrop, ma per inviare file a tutti i gli altri dispositivi e gratis
✍️ P.S.
Il link più cliccato della scorsa puntata è quello su consigli bellissimi di viaggio di un uomo che ha viaggiato per 50 anni
E ciao!
L'articolo, come sempre, molto ricco e interessante. Lavoro nell'ambito (faccio reviewer nei progetti linguistici in cui si valuta l'operato di diversi LLM) e scrivo pure. Da persona creativa che ha sempre seguito con interesse e passione le innovazioni tecnologiche, credo che il timore che l'AI possa impigrirci sia più che fondato. Ammetto che aiuta a semplificare le cose e a velocizzare i processi, però essere più produttivi non è sempre il sinonimo – tantomeno una garanzia – del valore aggiunto. Per quanto la qualità del contenuto creato con l'ausilio del chatbot possa essere elevata, dall'altro canto ciò che perdiamo è l'autenticità (sicuramente, dopo un tot di tempo, il modello arriverà a scrivere come noi, lo testo spesso anche fuori dal lavoro, però non so quanto sia un bene, onestamente).
Il timore dei redattori del NyT (la paura che l’ai possa far impigrire le persone) è comune in tanti settori. Fa veramente pensare questo, proprio perché è stata concepita come una tecnologia per aumentare la produttività delle persone.