Buongiorno! Ultimo giovedì di questo settembre che mi è piaciuto proprio assai.
🧠 Vi scrivo nuovamente da Roma, dove devo registrare la puntata di un videopodcast dei ThePills sull’Intelligenza Artificiale.
Tra l’altro proprio sull’AI terrò un monologo al Festival We Digital, martedì a Bolzano. Vediamoci!
🎧 Venerdì alle 12 su Radio Deejay ritorna l’appuntamento con Alessandro Cattelan, in cui commentiamo le notizie del mese.
E ora partiamo!
Esattamente un anno fa, il 25 settembre 2023, partiva Closer. È il podcast quotidiano che tengo su Will: ogni giorno alle 18 facciamo ordine tra i fatti della giornata, cercando di approfondire 1-2 storie. Ecco cos’ho imparato quest’anno!
1️⃣ Devi trovare un taglio sempre più preciso
All’inizio pensavo a un podcast più o meno generalista che raccontasse e spiegasse i fatti del giorno. Non basta: Ce ne sono tantissimi che fanno già benissimo questo lavoro. Bisogna, e bisognerà sempre più, trovare un taglio con cui affrontare i fatti.
Il taglio con cui cerchiamo di caratterizzare Closer è l’analisi attraverso le lenti della comunicazione politica
Esempio 👉 l’Italia sta litigando sui migranti? Beh, raccontiamo la storia del politico italiano che sta gridando di più e della strategia comunicativa della Lega
2️⃣ Yep, metti da parte almeno 3 ore al giorno
Almeno almeno. Questi sono i tempi minimi che mi prende Closer, dopo un anno in cui mi sono parecchio velocizzato:
1 ora per la lettura di quotidiani e newsletter
1 ora per le varie riunioni/messaggi/confronti con il resto della redazione
1 ora per la scrittura
30 minuti per la registrazione
3️⃣ Serve un processo dettagliato, se no ti perdi
Ecco quello di Closer:
8.00 ⏰ Lettura
Mi alzo presto (che per me è già la metà del lavoro). Leggo i quotidiani italiani, un po’ di newsletter, poi i siti stranieri (NyTimes, Wsj, Morning Brew, Atlantic, Vox, ecc.)
9.00 ⏰ Scaletta
Alle 9 del mattino abbiamo lo Standup Meeting: la call quotidiana in cui ogni redattore porta i temi caldi di cui vuole parlare quel giorno. Quindi confronto con Carlo Notarpietro, l’altro pilastro di Closer, e strutturiamo una scaletta
Tarda mattinata ⏰ Scrittura e interviste
Scrivo lo script su un banale Google Doc, dove inserisco anche piccole indicazioni per la regia audio, tipo mood musicale o link con estratti audio
Pranzo ⏰ Registrazione
Easy, quasi sempre da casa, con uno Shure Mv7 e il computer davanti.
Pomeriggio ⏰ Montaggio
A cura di quei fuoriclasse di Chora.
18 ⏰ Pubblicazione
Fatta su tutte le principali piattaforme, ma tanto ormai Spotify domina.
4️⃣ Devi abbozzare le cose, mica scriverle
Nei primi giorni spendevo quasi 3 ore nella sola fase scrittura. Incapace di improvvisare ero costretto a scrivere il 100% di quello che dicevo in Rec.
Ora scrivo il 50% di ciò che leggo: abbozzo sul mio Google Doc il concetto che voglio esprimere, per poi srotolarlo a braccio in Rec.
Più che utile, è obbligatorio se non vuoi perderci la testa. L’obiettivo è scrivere integralmente soltanto gli estratti di articoli dei quotidiani che cito dai quotidiani, per poi fissare le mie parti con semplici bullet point.
5️⃣ Gli audiomessaggi Whatsapp sono belli come Schillaci nel ‘90
Uno degli ingredienti di Closer sono le interviste agli esperti. Fin dal primo giorno ci siamo chiesti quale fosse il modo più rapido ed efficace per ottenerle (mediamente nel giro di un’ora). Abbiamo optato per gli audio su Whatsapp. Chiediamo all’ospite di usare l’app Registratore vocale del telefono e poi inoltrarci il file per una maggiore resa dell’audio. Se non può o non riesce, va benissimo anche il semplice audio registrato.
6️⃣ Devo parlare più piano
Parlo veloce: il che è accettabile nei video, grazie all’accompagnamento del labiale e dei sottotitoli, ma non in audio, quando vengono a scomparire entrambi i fattori.
7️⃣ E devo «fermarmi» sulle cose
Sono abituato a produrre contenuti short (video da 3 minuti o articoli da 4 mila battute). Quando è iniziato Closer mi sono ritrovato a dove produrre ogni singolo giorno un approfondimento da almeno 15 minuti.
E così ho imparato a trattenere l’istinto di sorvolare velocemente su alcuni dettagli e di «fermarmi nelle situazioni», di sottolineare e rimarcare alcuni concetti e passaggi, anche a costo di ripeterli.
8️⃣ I giornali italiani non sono male (cit.)
Premessa:
Personalmente ho sempre guardato con diffidenza a quei ragazzi e ragazze senza troppa arte né parte che urlano ai «giornali italiani schifosi e venduti», quasi sempre senza neppure leggerli (mediamente più gli eroi da tastiera sono aggressivi contro qualcosa, meno l’hanno studiata).
Anyway, da qualche tempo mi informavo molto di più tramite due modi:
leggendo i siti web di quegli stessi giornali (purtroppo a mio avviso meno di qualità rispetto alla versione cartacea)
andando a cercare i singoli articoli che mi interessavano per le mie storie (attività che mi aveva fatto dimenticare il quadro d’insieme)
A causa di Closer sono tornato a leggere linearmente ogni santo giorno un sacco di quotidiani italiani (Corriere, Repubblica, Foglio le mie prime tre letture).
Ovviamente critico diverse caratteristiche del giornalismo italiano, ma nell’ultimo anno ho riscoperto il piacere della lettura dei cartacei e apprezzato la qualità e la ricchezza di informazioni contenuta negli stessi.
E insomma, pensavo a quanto sono belli i giornali e il lavoro di chi ogni giorno ci sta dietro.
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Perché lo consiglio ✌️ È un punto di vista parecchio originale rispetto alla narrazione dei «belli, bravi e buoni»
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✍️ Prima di chiudere
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A giovedì!
Grazie mille, un post utilissimo!
Grazie per il dietro le quinte del tuo podcast. Ma ti chiedo: a un aspirante podcaster indipendente che non ha una redazione e una casa di produzione che monta gli episodi e deve fare tutto da solo, che consigli daresti?