Ecciao!
Mi preparo a un weekend di fuoco tra Bologna, Napoli e Roma. Miii, che bella Trenitalia ❤️ No scherzo.
Oggi molto contento perché la puntata di oggi è realizzata assieme a Vento, il programma italiano che aiuta le persone ad avviare le proprie startup.
Praticamente se hai una mezza idea e ti piacerebbe costruire qualcosa, la puoi proporre qui. Se selezionato/a, accederai a un programma di 5 mesi full-time in cui sarai assistito da 40 founder, esperti di settore e ti metterai in gioco per ricevere un investimento di 80 mila € da Exor Ventures. La nuova edizione parte a gennaio 2024.
Così, visto che qui parliamo spesso di startup, ho chiacchierato un po’ con loro per farmi dare 8 consigli per iniziare a pensare una startup. 👇 Cominciamo!
👪 1. Il numero perfetto è 3
1 founder è un campanello d’allarme. Come scrive Paul Graham, co-fondatore di Viaweb e Y Combinator, «è un voto di sfiducia. Probabilmente quel founder non è riuscito a convincere nessuno dei suoi amici ad avviare l’azienda con lui».
2 founder rischiano di essere «un matrimonio e l’anticamera del fallimento», spiega Diyala D'Aveni, Responsabile Capo di Vento.
3 founder sono il numero perfetto, perché eliminano i «pregiudizi del fondatore».
In 2 è più difficile accorgersi di questi segnali di fallimento. È altamente improbabile, invece che in 3 manchino questi segnali, quindi con 3 persone in giro la probabilità di un disastro si riduce.
🤔 2. Parti dal problema e non dalla soluzione
Spesso sento delle idee di startup - specie che hanno che fare col giornalismo - che sono bellissimissime ma che purtroppo avrebbero poche possibilità di sopravvivenza banalmente perché non intercetterebbero molta domanda. È come se partono da una soluzione e non da un problema.
Quando pensi a una startup, chiediti quale sia un lead di mercato irrisolto per cui le persone sono disposte a pagare.
Esempio di problema rilevante: angoscia di un approccio faccia a faccia e di rifiuti verbali dettagliati.
Soluzione: piattaforma che permette di approcciarsi online grazie a un sistema di geolocalizzazione. Et voila, Tinder ❤️
Esempio di startup nata pensando a una soluzione più che a un problema
In California la Eric Adamson’s company ha creato un robot che raccoglie le fragole in maniera autonoma. L’industria delle fragole in California vale 2 mln di dollari e rappresenta il 91% del raccolto statunitense. Eppure, il cambiamento climatico, l’inasprimento delle normative chimiche e le lotte sindacali stanno presentando nuove sfide per il settore e rendendo gli affari difficili per gli agricoltori. Questo meraviglioso robot non risolve di tanto i problemi legati al raccolto.
Come dicono nella Silicon Valley:
«Questa startup è una bellissima soluzione ad un problema che non esiste»
🤑 3. Prova a rispondere a queste 7 domande
Le ha fatte Peter Thiel, co-fondatore di PayPal, nel suo libro «Zero to One»: dice che molte startup falliscono perché non rispondono a queste 7 domande:
The Engineering Question: l’azienda è in grado di creare tecnologie breakthrough, o solo incrementali?
The Timing Question: è questo il miglior momento per lanciare un’azienda in questo settore?
The Monopoly Question: l’azienda parte in condizioni di monopolio (controllo) in un mercato sufficientemente piccolo?
The People Question: l’azienda ha le persone giuste all’interno del suo team?
The Distribution Question: l’azienda ha un modo non solo per creare, ma anche per distribuire un prodotto/servizio?
The Durability Question: il posizionamento dell’azienda sarà difendibile sul mercato nei prossimi 10 o 20 anni?
The Secret Question: l’azienda ha identificato un’opportunità unica sul mercato che nessun altro ha visto?
📈 4. Calcola 5 anni di tempo
Dati brutti e da prendere con le pinze, ma che devi sapere.
Ogni 10 startup, in media 9 falliranno.
1 fallirà già nel primo anno di vita.
7 falliranno tra il secondo e il quarto anno.
La nona fallirà il quinto.
A meno di grandi exploit prima, per vedere i tuoi frutti dovrai aspettare tra i tre e i 5 anni. «Non programmare e ottimizzare per il breve termine, ma per il lungo termine. La creazione di una startup è una maratona non sprint» sottolinea Isabella Timossi, investitore presso Vento
🔁 5. Sii pronto a cambiare tutto
Non sempre l’idea di partenza è la migliore. Pensa a Slack, l’app di messagistica per le aziende.
Inizialmente Slack era lo strumento di messaggistica utilizzato internamente dagli impiegati della società Tiny Speck mentre sviluppavano Glitch, un gioco online. Eppure, i fondatori si sono presto resi conto che il reale valore aggiunto era proprio la loro chat e l’hanno così resa pubblica creando il software di messagistica che conosciamo oggi.
💸 6. Convinci le altre persone così
Quando vuoi avviare un progetto ovviamente vuoi prendere a bordo i migliori talenti possibili. Ma i soldi non bastano. «Ciò che ha fatto crescere ecosistemi importanti come Airb&b, Apple e Amazon è il loro piano di stock option. Hanno vincolato una parte del salario all'andamento del titolo sul mercato, stimolando così i dipendenti ad incrementare la propria produttività al fine di migliorare l'efficienza e la redditività del gruppo», spiega Diyala D'Aveni.
Amazon ha un’intera pagina dedicata ai benefits dei loro dipendenti, dal supporto sanitario a quello mentale, dagli sconti alle assicurazioni sulla vita.
E insomma, analizza i rischi legati alla cresciuta di una startup, fai attenzione a scegliere i partners ed il tuo team, non abbatterti se i risultati non arrivano subito e mettici tanto tanto impegno.
Se hai una mezza idea, candidati al programma di Vento: sarai assistito per 5 mesi da esperti per sviluppare la tua startup. La nuova edizione parte a gennaio 2024.
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Questa newsletter è stata bella eh? :-) Io non ne so di start up, ma mi ha fatto ragionare lo stesso su innovazione e produttività aziendale. Grazie!
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