Macciao!
Qui si va avanti, credo di non aver mai sentito così tanta pressione come questa settimana. Non mi lamento eh, ma da oggi mi verrà da abbracciare chiunque organizza eventi :)
Qui abbiamo superato le 30.000 persone iscritte!
Una cosa bella che arriva a -10 giorni alla prima edizione del festival di questa newsletter: Digital Journalism Fest 22 marzo, Base Milano, dalle 14. Abbiamo una scaletta, abbiamo gli ospiti, abbiamo un sito che potete vedere qui. Ora si tratterà di far comunicare tutto, allestire, gestire tutti gli imprevisti, finire la logistica e la scaletta.
Intanto martedì sera ho fatto una cosa che dovrebbe uscire a fine mese, e non vedo l’ora di annunciarvela, perché è una di quelle cose che sognavo di fare da anni. Chi mi ha seguito in questi anni e sa le mie ossessioni forse ci potrà arrivare.
📅 Sabato alle 14 sarò a Fa’ la cosa giusta: assieme a Federico Cavallo di Altroconsumo parlerò di brand activism e cambiamenti
Anyway, stanchissimi ma felicissimi, iniziamo!
La notizia è che il fondatore di Buzzfeed Jonah Peretti si è rotto dei social media e si sta creando il proprio social media, che sarà un’alternativa gioiosa e meno tossica dei classici social media.
Si chiamerà Bf Island e, in un capovolgimento di prospettive, dovrebbe utilizzare l’AI non per stabilire che cosa gli utenti devono vedere passivamente nel feed, ma dovrebbe mettere a disposizione l’AI affinché gli utenti possano creare contenuti dentro la piattaforma.
Mi sono messo in lista d’attesa e appena lo proverò ve ne parlerò. Ma quello che mi ha colpito è l’analisi di Peretti sullo stato dei social.
Partiamo dall’inizio.
🧑💻 Jonah Peretti, il Maradona della viralità
Jonah Peretti è uno degli uomini che ha cambiato il Digital Journalism. Smanettone a metà tra Foucault e il linguaggio Java, tra Marx e l’html, non è un giornalista né vuole esserlo. È più ossessionato dalla creatività digitale. Ed è il creatore di Buzzfeed.
Nel 2011 capisce che, complice l’esplosione del lavoro in ufficio con connessione internet aziendale, sta nascendo un nuovo pubblico: noi. I bored at work. Gli impiegati annoiati al lavoro, vogliosi di contenuti sparsi e non necessariamente imprescindibili.
Capisce che coi social, ci ritroviamo davanti contenuti che neanche sapevamo di volere.
Tra le tante rivoulzioni che compie, in Buzzfeed Peretti non divide più gli articoli in base alle classiche sezioni giornalistiche (Esteri, Interni, Sport, ecc.) ma in base alle emozioni che vuole generare nel lettore: “Lol”, “Omg”, “What the fuck”, “Fail” e così via.
Capisce che per la viralità on conta l’oggetto dell’articolo ma l’emozione nel soggetto che lo legge. Perché se Google traffica in informazioni, il social network lo fa in emozioni. Le nostre.
Va benissimo. Per la cronaca, uno dei pezzi più virali della storia di BuzzFeed, e molto probabilmente della storia del giornalismo, è «The Dress», che oggi compie 10 anni.
😭 La crisi di Buzzfeed
Ma ecco, 10 anni dopo, le cose sono cambiate.
Buzzfeed ha chiuso la sua sezione news, licenziato oltre 600 persone del suo staff, perso il 94% di capitalizzazione in borsa, registrato perdite per $31 mln ed è alla ricerca di una nuova identità.
Jonah Peretti in questi mesi ha pensato parecchio a cosa è andato storto, non tanto nel suo Buzzfeed ma sui social in generale, e ha partorito un manifesto parecchio interessante. Proviamo a riassumerlo.
🍺 Dall’era della birra a quella del crack
Nei suoi primi anni, Buzzfeed diventò un caso editoriale nel giornalismo digitale per i suoi articoli virali che registravano migliaia (e spesso milioni) di visualizzazioni. Ma nel corso degli anni Peretti ha osservato un cambiamento. I contenuti virali più premiati sulle piattaforme non sono stati più quelli che portavano good vibes (tipo gattini e nostalgia) ma quelli che causavano rabbia, paura e comportameti compulsivi.
«È come se su internet fossimo passati dall'era della birra all'era del crack»
🧠 L’AI nei nostri social
Tra le cause, continua Peretti, l’uso massiccio dell’AI.
L’obiettivo della piattaforma è semplicemente massimizzare il tuo tempo di attenzione. Ma se prima rimaneva un qualche tipo di scelta editoriale da parte delle piattaforme, oggi l’algoritmo è una scatola nera misteriosa. In cui ogni scelta su cosa far vedere alle persone è presa dall’AI, e sulla base di meccanismi ormai incomprensibili alle stesse piattafrome
Se dai come obiettivo a un algoritmo di tenere incollata una persona a uno schermo, quell’algoritmo incentiverà contenuti che suscitano la risposta più compulsiva e prevedibile dell’utente, massimizzandone la dipendenza.
🤬 I contenuti SNARF
I creator alla ricerca di viralità si sono adeguati, e rincorrono l’algoritmo creando più o meno lo stesso tipo di contenuti, che peretti ribattezza contenuti SNARF, acronimo dei 5 ingredienti presenti nei contenuti:
Stakes 👉 «posta in gioco» esagerata per rendere il contenuto urgente
Novelty 👉 «novità», perché il contenuto viene sempre presentato come inedito e unico
Anger 👉 «l’indignazione» da suscitare nel lettore, sicuro ingrediente di successo di viralità
Retention 👉 la pratica di mantenere l'attenzione dell’utente promettendogli le informazioni preziose alla fine del contenuto
Fear 👉 la «paura» inculcata nell’utente
Internet è rotto, dice, tra contenuti che creano dipendenza ma portano insoddisfazione, vibe maschiliste al massimo storico e algoritmi che rendono impossibile esprimere in maniera autentica la propria identità.
🐻❄️ La politica è SNARF
«Molti tipi diversi di contenuti diventano versioni della stessa cosa», dice Peretti.
Una volta che ricordi gli ingredienti SNARF, inizi a vedere altri aspetti del nostro mondo occidentale con la stessa lente.
«Le idee politiche che fanno breccia, che siano dei Democratici o dei Repubblicani, sono modellate secondo gli ingredienti SNARF.
Se ci pensi, persino MAGA e «Woke» sono due facce della stessa medaglia. Entrambe versioni di idee politiche che si diffondono attraverso emozioni negative, indignazione e carattere di novità.Sembra che ogni elezione, ogni nuova tecnologia, ogni conflitto globale abbia il potenziale per distruggere la democrazia o scatenare un'apocalisse.
Il risultato è un flusso continuo di contenuti che ci lasciano tutti depressi, spaventati e insoddisfatti».
Per questo Peretti sta lavorando a un social. L’obiettivo è fare concorrenza ai contenuti Snarf dei social, «per compensare paura e rabbia con un po’ di gioia e intrattenimento».
⚽️ Un esempio di come fare contenuti con l’AI
Contenuto in collaborazione con Würth
Spesso in questa newsletter esploriamo modi per integrare l’AI nel nostro lavoro creativo e una delle domande più ricorrenti è: come si creano contenuti con l’AI?
La domanda ha un sottotesto: stiamo cercando modi per creare contenuti di qualità e non standardizzati con l’intelligenza artificiale. Qui abbiamo un bell’esempio: il podcast “Best Team. MAN vs AI" di Würth che è fatto tutto con l’AI.
Mi hanno raccontato come è stata integrata in tutto il processo, dalle fasi di analisi a quelle creative e operative:
Analisi di mercato, definizione della strategia di comunicazione, UVP del prodotto editoriale;
Produzione del contenuto: Fabio Caressa e l’AI si confrontano sui migliori 11 della nazionale. Qui l'AI è stata istruita per determinare la formazione ideale da contrapporre a quella del giornalista;
Scrittura delle puntate: quello che dice Fabio Caressa è interamente supportato dall’AI
Insomma, un caso studio interessante. Se volete ascoltarlo per capire il risultato finale, trovate qui il link a Spotify 👇
🙌 Pezzi belli belli
🎶 Come musica e attivismo si sono incontrati nella storia con le 100 migliori canzoni di protesta degli ultimi decenni
🤔 «Stop condivisioni di info con Ucraina», «L’inglese è l’unica lingua ufficiale in USA»: la lista aggiornata in tempo reale di tutte le cose dette da Trump in questi primi 49 giorni di mandato
🚀 Per trovare lavoro tramite LinkedIn, dovresti prima studiarti come funziona la ricerca del lavoro su LinkedIn
🎥 Lui e i suoi Glambot, uno dei format più belli di TikTOk
😱 Ho appena scoperto in un Reel come nasce la forma dei numeri tipo 1, 2, 3…
🔥 6 mln di iscritti alla newsletter. 1,7 mln di utenti sull’app. 60% di loro ha le notifiche attive. Cosa ha capito Lush sul marketing dopo 3 anni senza social
😷 30 grafici chiarissimi per capire come siamo cambiati con la pandemia di 5 anni fa
❤️ «Per ogni “sì”, dovrebbero esserci un migliaio di “no”»: perché i prodotti Apple hanno un design unico nella storia, spiegato in 2 minuti
🎯 Perché in propaganda crediamo a bugie ovvie come «gli immigrati mangiano cani e gatti» -Trump
😍 I modelli di business del giornalismo, spiegati in una mappa bellissima
📚 L’hai letto?
Di cosa parla ✍️ Semplice, di come le idee di sinistra siano migrate a destra e la sinistra si sia persa dietro le battaglie di Instagram
Perché lo consiglio ✌️ Perché è un saggio essenziale per capire l’autodistruzione della sinistra
Un passaggio bello 📝 «Le vecchie parole, un tempo innocenti, acquistano valenze negative. Ora, grazie al politicamente corretto, gli odiatori si trovano a disposizione un vero e proprio arsenale di parole contundenti. Come se dalle loro parti fosse passato un armaiolo e, vedendo che avevano una pistola caricata a salve, avesse pensato bene di regalar loro una scatola di proiettili.»
⚒ Tools
Se ne leggi tante, è comodo un tool per tenere tutte le newsletter ordinate
Inserisci la data di nascita e lui ti dice cosa ha visto Hubble, il Telescopio Spaziale
35 statistiche Facebook che tutti i marketer dovrebbero conoscere, nello spazio di un Threads
✍️ P.S.
Il link più cliccato della scorsa puntata è quello con il report di We Are Social sui digital trend 2025
E ciao!