Buongiorno!!!
🚨 Allora ho fatto un video di 21 minuti sul caso Ferragni, 1 anno dopo 🚨.
Lo trovate qui, fatemi sapere perché sono agli inizi su Youtube e devo ancora migliorare parecchio.
Ammetto che vengo da due giorni di turbamento. Sono stato sommerso come voi da quella violenza verbale autolegittimata dei «giusti», che esaltavano un omicidio e linciavano un morto in nome di un loro malato senso di giustizia
C’è solo una categoria peggiore dei cattivi
I cattivi convinti di essere buoni
Perché in nome di un’autoproclamata bontà agitano la violenza come pregio sociale, la sopraffazione come diritto acquisito, la gogna come mezzo riparatorio
Ho provato un disgusto talmente forte che ho deciso di mettere via il cellulare
E mi sono concentrato sulla vita reale, qui a New York
Bevo caffè americano, guardo le luci natalizie, vedo gente, lavoro in posti stupendi, ho visto uno spettacolo di Luca Ravenna, sono stato a un incontro sui Content creators a Washington, accarezzo il gatto.
Una vita honesta
Il detox ha aiutato, mi ha fatto dimenticare le persone buone/brutte e mi ha fatto pensare alle cose belle: a questa newsletter, al valore degli approfondimenti e alla bellezza delle storie raccontate bene.
E per questo, partiamo!
Era la mattina del 15 dicembre 2023.
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato pubblicava un comunicato sul suo sito: «Sanzione di 1 mln € alle società riconducibili a Chiara Ferragni e di 420 mila euro a Balocco per pratica commerciale scorretta».
E iniziava il caso mediatico più grande della storia dell’influencer marketing.
Ho fatto un video sul mio nuovo canale Youtube in cui cerco di analizzare i fattori notizia che hanno contribuito a far esplodere il Pandorogate e soprattutto che cosa è cambiato da allora
💰 1) Com’è cambiato l’influencer marketing
Partiamo dal mercato.
In questi mesi si sono susseguite analisi che hanno cercato di inquadrare il crollo di Chiara Ferragni come un simbolo di qualcosa di più grande: il declino dell’influencer marketing. Un mercato da 500.000 lavoratori e più di 300 mln €
Non credo che sia in atto un declino, quantomeno non così forte: al massimo un cambiamento.
Se prima dominava soltanto l’influencer che condivideva la sua vita a 360° - modello aspirazionale - adesso accanto a quello c’è il creator. Qualcuno che convidide piuttosto contenuti molto più specifici su un tema, verticali e strutturati. Qualcuno che viene seguito non tanto per l’ispirazione della sua persona, ma per la qualità dei suoi contenuti.
Nel video Youtube riporto un analisi di Derev sulle performance dei piccoli e grandi creator tra il 2023 e il 2024. Eccola qui 👇

Premesso che ogni previsione va presa con le molle, Roberto Esposito, CEO di DeRev, ha previsto che
«i budget dei brand saranno probabilmente ripartiti tra più creator minori invece di essere destinati a grandi operazioni con un singolo influencer».
🧑⚖️ 2) Le regole
C’è poi l’altro grande tema: quello della regolamentazione.
Subito dopo il Pandorogate, sull’onda del caso mediatico, il Consiglio dei ministri ha approvato la cosiddetta Legge Ferragni. Le aziende devono «riportare sulle confezioni le informazioni tra le quali l’importo destinato alla beneficenza se predereminato».
L’AgCom invece ha iniziato una serie di incontri per definire le nuove regole per gli influencer. L’obiettivo è definire che cos’è un influencer, le soglie per essere riconosciuti tali e come dev’essere fatta la comunicazione pubblicitaria sui social.
È un dibattito infinito e ancora in corso, anche all’estero. Ovviamente la sfida è avere una serie di norme improntate alla trasparenza ma che si possano applicare a uno scenario che è in continua evoluzione, in termini di mercato, piattaforme, formati e tecnologia.
Il rischio frittata burocratica è dietro l’angolo.
📲 3) Il calo dei follower
C’è poi la questione follower.
E qui Chiara non s’è ripresa

Come riporta Not Just Analytics, il 14 dicembre era a un passo dal traguardo dei 30 mln di follower: 29,7 milioni.
Il vero crollo non lo ha il 15 dicembre, giorno in cui arriva la multa, ma dopo il 18 dicembre, giorno della pubblicazione del video di scuse
-150.000 follower in 3 giorni.
Al momento perde circa -1.000 follower al giorno (per la cronaca, Fedez -2.000 al giorno).
Colpa anche di una comunicazione che suona alla maggior parte dei suoi follower come poco genuina. Come ha detto qualcuno:
Non puoi continuare a usare lo stesso registro che hai usato nella tua fase di ascesa nella fase di crisi
🤬 4) Si riprenderà mai?
Nel video analizzo i motivi per cui ancora oggi non si è ripresa: la sua comunicazione, «la caduta degli dei», la rottura del patto di fiducia, un po’ di schadenfreude in cui noi italiani siamo maestri.
Da cui la domanda: riuscirà mai a farsi perdonare (e a formulare una richiesta di scuse che convinca i suoi follower)?
Studio da anni il fenomeno delle shitstorm e dei linciaggi online. E ho notato alcune dinamiche che tornano spesso.
Mai avere dubbi
Più il linciato è a terra, più l’obiettivo del linciaggio si allarga
Man mano che il linciato si accascia a terra, i colpi si fanno più forti, numerosi e intensi. Niente compassione o grazia, al massimo colpi di grazia.
La terza dinamica è quella che noto di più in questo caso.
Accanto a una comprensibile rabbia dei follower sentitisi traditi, ci sono i messaggi violenti, gli insulti, di migliaia di persone che ancora a un anno di distanza continuano con la stessa intensità del 15 dicembre 2023 a insultare (≠ criticare) i protagonisti.
Ecco, quando vedo un tutti contro uno mi viene da mettermi dalla parte dell’uno.
Che non significa giustificare o augurarsi che l’inchiesta non vada avanti: significa augurarsi la fine della violenza verbale
Che no, e leggete queste parole anche alla luce degli eventi dell’ultima settimana, non c’entra assolutamente nulla con la ricerca di giustizia
Personalmente mi fanno schifo gli insulti online, la folla linciante, l’insulto mascherato da giustizia, la cancel culture.
Non certo perché penso di essere una persona buona.
Esattamente il contrario.
Perché penso di essere pieno di difetti, errori e tutt’altro che immune dall’immoralità
Anch’io
Imperfetto come tutti
E migliore di nessuno
Il principio che ci ha permesso di evolverci non è stato mai la perfezione, ma quello di darci una seconda opportunità. Di sbagliare, riconoscere l’errore, pagare e riprovarci.
Per questo, auguro a Chiara Ferragni, come a chiunque abbia sbagliato, di pagare, rimediare e ritrovare la serenità.
L’insegnamento più forte che personalmente ho ricevuto da questa vicenda è proprio questa:
che più in alto arrivi più forte sarà la tua caduta
che la cosa più difficile sui social è in qualche modo chiedere scusa
E che anche di fronte a questi casi perfetti che ci fanno indignare si misura la nostra compassione: il bello della vita, e dovrebbero esserlo anche dei social, è che riserva a tutti a una seconda possibilità.
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✍️ P.S.
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Daje, a giovedì prossimo!
Leggerti, oltre ad essere lo spartiacque della settimana che mi fa capire che è giovedì, è un piacere, oltre che un continuo riflettere e capire alcune cose su cui altrimenti non avrei riflettuto.
È sempre davvero un piacere leggerti! Grazie