Ma buongiorno!
Scrivo mentre torno a Milano dopo una scorpacciata romana.
🇺🇸 Qualche giorno fa ho fatto una cosa di cui spero non mi pentirò: ho prenotato 15 giorni di smart working da Los Angeles!
✍️ È che da tempo devo crearmi un archivio di video freddi per il mio canale Youtube, e quindi cercavo un posto e un momento per fermarmi a scrivere un po’: il mio obiettivo sono 12 video freddi, uno al giorno.
📺 Cliché totale, lo so, ma a Los Angeles ci sono sempre passato velocemente. E visto che è ancora la capitale in cui si produce più materiale culturale dell’Occidente (sì, tra musica, cinema, serie tv, moda, ecc. credo non abbia rivali) volevo conoscerla minimamente prima che il sogno americano muoia per sempre.
🍺 Sto cercando una bella casetta in un quartiere non turistico. Ma intanto, se avete consigli su cose local da fare/ persone da sentire/ servizi da fare lì/ italiani con belle storie, ecc. scrivetemi mi raccomando!!!
🚨 Martedì 22 luglio alle 13.30 ci vediamo in call per parlare della New Media Academy! La scuola di content creation, digital journalism e podcasting di Chora-Will! Collegatevi per saperne di più!
📩 Ah, e vi ricordo anche che stiamo ancora lavorando a
la Raccolta delle cose belle belle per l’estate.
Rispondete a questa mail e consigliate una cosa figa per migliorare nel lavoro, nella creatività o nella vita. Un libro, un video Youtube, una canzone, un documentario. L’importante è che vi prendiate due righe per descriverne bene il contenuto e il motivo per cui lo consigliate.
E ora, partiamo con una storia a cui tengo tantissimo

Ci sono foto che raccontano la vita,
altre che raccontano la morte.
E poi ci sono foto, pochissime, che le raccontano entrambe.
Questa l’abbiamo vista ovunque: su manifesti, murales, libri, post e polpacci.
Falcone e Borsellino che ridono senza nemmeno guardarsi, uno a 57 e l’altro a 109 giorni dalla morte.
Mi sono chiesto sempre chi e come scattò quella foto.
Tony Gentile.
Gli scrivo su Instagram un sabato sera, mi dice che
«Ci sono momenti in cui parlare di quella foto non mi fa tanto piacere, ma cortesia vuole che non direi mai di no a un collega».
Dopo quella risposta decido di partire direttamente per Roma, dove vive: Tony Gentile merita quantomeno un’intervista dal vivo.
Vado a casa sua, Tufello: nel suo studio, tra hard disk, vecchie Pentax e le foto di una vita. L’arresto di Brusca, la faccia di Lima, la passeggiata di Ciancimino, la Coppa di Cannavaro.
E poi quella foto là.
Tony la scatta a 28 anni. Lui, di Palermo, si era appassionato alle macchine fotografiche a causa di un parente. Aveva iniziato a lavorare come freelance e come collaboratore del Giornale di Sicilia.
Cronaca bianca, poi mafia: Maxiprocesso, sparatorie, cadaveri.
Tra le sue foto bellissime, quello del tappeto bianco sul corpo di Salvo Lima.
È il 12 marzo 1992 e l’uomo di Andreotti in Sicilia è stato ucciso da un commando di Cosa Nostra. Sta iniziando la vendetta di Totò Riina per le condanne in Cassazione del Maxiprocesso voluto da Falcone e Borsellino.
15 giorni dopo, il 27 marzo 1992, i due giudici parteciperanno a un dibattito a Palermo, a Palazzo Trinacria. È un evento organizzato da Giuseppe Ayala, ex membro del pool antimafia ora candidato in politica.
È un evento parecchio notiziabile.
Dal punto di vista giornalistico, i due giudici devono parlare di mafia e politica dopo l’omicidio Lima.
Dal punto di vista fotografico, i due ormai non si vedono più spesso assieme, visto che Falcone ormai lavora a Roma.
Tony va lì. «Non seguo neanche Ayala. Seguo solo Falcone e Borsellino. E a un certo punto intuisco che sta per succedere qualcosa».
Si piazza in prima fila e segue l’arrivo di Falcone.
«Falcone arriva, si siede, saluta il moderatore, poi si avvicina a Borsellino. Gli sussurra qualcosa all’orecchio. Sta per fare una delle sue battute. Borsellino si accosta, sente che la battuta sta per arrivare, inizia a sorridere anche lui. Poi scoppiano a ridere. Non si guardano».
Tony impalla i fotografi dietro.
Scatta quattro foto.
Gli restano ancora due scatti nel rullino, ma non li usa neppure. Sa che ha già l’immagine che gli serve. «Non avevo bisogno di altro. Torno in camera oscura, sviluppo solo quel pezzo di pellicola. E stampo la terzultima foto».
Tony la vende a un’agenzia di Roma, che la gira ai giornali, che la mettono nei loro archivi.
È il 27 marzo.
Il 23 giorni dopo Tony va a Capaci.
Il 19 luglio in via D’Amelio.
Quella sera i giornali di mezzo mondo si mettono a cercare la foto da pubblicare in prima pagina.
Il Messaggero sceglie quella.

Che negli anni successivi diventerà l’immagine simbolo della lotta alla mafia e di quel che fu l’estate del 92.
Tony continuerà a fare il fotogiornalista. Andrà alla Reuters e racconterà tutto: arresti, summit, Papi, Mondiali.
Ancora oggi qualcuno va a chiedergli di quella foto, e lui non nega mai la cortesia.
Gli chiedo perché tra tutte scelse proprio quella:
«Perché era quella in cui c’era la confidenza e la complicità e l’intimità tra i due. Che avevano condiviso tante cose della loro vita. E solo chi aveva condiviso così tante cose della sua vita, manifestava quello sguardo».
Parlargli gli fa un po’ male, perché quella foto non è solo «una foto bella»: «È anche una foto di dolore. Perché loro non ci sono più. E perché dietro quella foto c’è una parte oscura: la retorica. Quella che celebra senza spiegare. Quella che commuove ma non approfondisce. Quella che alza i cartelli ma non cerca la verità».
A oggi però gli fanno piacere i messaggi «della gente comune». Come quello di un ciabattino di Palermo, che lo portò nel retro del suo negozio dove aveva appeso le foto dei suoi parenti defunti. E c’era pure la sua, di Falcone e Borsellino. «Perché li considerava come parenti».
Lascio Tony nel suo studio, a lavorare al suo bellissimo archivio.
Ora non lo so voi,
ma in un’epoca di scatti infiniti, immagini di 24 ore e creazioni l’AI,
a me piace l’idea che una foto una singola foto - scelta tra appena 4 scatti fatti una sera di oltre 30 anni fa - sia ancora quella che tutti assieme ricordiamo.E mi rassicura l’idea di fotogiornalisti come lui, che di riffa o di raffa, prendono la macchina fotografica e si precipitano sul luogo dove accadono le cose.
E finito il lavoro, anni dopo, stanno a lavorare lì, da soli davanti al computer nel loro studio di casa, a curare un archivio e preservare la memoria.
Per tutti noi.
🙌 Ci vediamo qui?
In collaborazione con Nano Valbruna
Fino al 23 luglio a Valbruna, Friuli Venezia Giulia si tiene Nano Valbruna, il Forum internazionale dei giovani per la rigenerazione. Ci sarò anch’io, sabato alle 17 parleremo con altri ospiti di Oltre i confini: nuove vie per rigenerare spazi e comunità!
🙌 Pezzi belli belli
🥹 «Il nodo allo stomaco era sempre lì. Rivedevo la loro, la nostra vita scivolare muta, tutti noi nello spazio come se lo stessimo occupando in questo momento. I ricordi mi venivano addosso». Il Post si chiede perché sono così strazianti i vecchi filmini?
🙄 Trump che diventa Superman è tutto parte della strategia di comunicazione dei Repubblicani in Usa
⚫ Perché si dice «lavoro nero», spiegato dalla Crusca
🔥 «Una volta che capisci il tuo talento, ci riesci». Come entrare nello stato di flow
🤔 Me lo sono sempre chiesto pure io perché i migliori giornalisti su YouTube escono tutti da Vox
❤️ Ho raccontato in 20 minuti quella storia là del rigore di Usa ‘94: il giorno che Baggio ci insegnò a fallire
🗺️ Reuters: il conflitto Israele-Iran spiegato semplice con mappe, disegnini e foto
👀 I 100 creators più influenti del 2025… neanche quest’anno ci sono io, rip
🤖 POV: oggi ti svegli Donald Trump e guardi le aziende
💪 15 minuti per capire come smettere di autosabotarti la vita
📚 L’hai letto?
Di cosa parla ✍️ Di noi sui social, dei nostri vizi ed esibizionismi
Perché lo consiglio ✌️ Perché è un lucidissimo saggio per capire quello che vediamo ogni giorno scrollando
Un passaggio bello 📝 «Scriversi “Ddl Zan” sulla mano è come dire che vuoi la pace nel mondo alla finale di miss Universo: magari qualcuno ti prenderà in giro per l’ingenuità del gesto, ma nessuno dirà mai che hai torto»
⚒ Tools
A-D-O-R-O: scrivi la città e ti dice tutti i tavoli da ping pong dove giocare gratis. Grazie a
Come usare la Deep Search di ChatGPT
Apri frigo. Scrivi ingredienti. Scopri ricetta.
✍️ P.S.
I link più cliccati della scorsa puntata sono 3) i bar più carini di ogni città 2) dove nasci determina se vedi quadrati o cerchi 1) 17 dettagli nei film Disney che (quasi sicuramente) non avevi notato
E ciao!
Bellissima la storia della foto
Francesco, il pezzo della foto è bellissimo e mi ha ricordato una cosa. Quando ero al liceo, dopo la scuola andavo in ufficio di mio papà e lo aspettavo per tornare a casa insieme. Quella foto era lì, appesa dietro la sua scrivania e sotto qualcuno aveva scritto "perché quel sorriso viva per sempre". Quando Falcone e Borsellino sono morti io avevo 7 anni o poco più, ma dell'edizione straordinaria del TG per dare la notizia me lo ricordo ancora oggi , di tutte e due le volte. Nel caso di Falcone, mio padre pianse, davanti alla TV. Non lo avevo mai visto succedere. Per lui, funzionario di stato in pensione, sono stati IL modello a cui ambire. Che roba che mi hai ricordato. Grazie!