Ecciao!
☀️ Vi scrivo dalla Puglia, dove rimarrò un paio di settimane. Come anticipato la scorsa settimana questa newsletter continua, recuperando e aggiornando approfondimenti passati.
Cominciamo!
Su TikTok ci sono sbarcato quasi due anni fa da utente e da un annetto da Creator. Ho sempre postato disordinatamente: non ho ideato un piano editoriale, semplicemente volevo capirlo meglio e l'unico modo è sperimentare in prima persona. In tutto ho pubblicato circa 150 video, cifra che mi permette di trarre qualche bilancio.
1. Gli amici non contano 👨🏼🤝👨🏻
Almeno non quanto contano su altri social. Io ho appena 78k follower, ma 2,7 mln mi piace ai miei video. La reach di ogni video dipende dal video stesso, non dal numero di follower.
La cosa più importante da capire per me è questa: TikTok è un social di performance, non di relazioni
2. Quello che conta entrare nei «Per te» 📲
Quando posti un video, nel giro di pochi minuti quel video inizierà a essere mostrato nei Per te di un numero limitato di persone. In base alle risposte di questo campione (tempo di permanenza, like, commenti, ecc.) il Dio algoritmo deciderà nei seguenti minuti e ore a quante altre persone mostrare il tuo video. È un circolo, che può far esplodere o spegnere esponenzialmente la reach del tuo video.
3. Un video può fare 3 mln views, quello dopo 7k 👀
TikTok è un social molto meritocratico, ma anche molto stressante. Non esistono rendite. A ogni video, si ricomincia. Sotto uno dei miei video più visti: 3 mln. Quello dopo, ne ha fatti appena 7k :)
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4. I contenuti hanno vita più lunga 🧑🏻💻
La mia impressione è che su TikTok l'archivio di contenuti postati nelle settimane precedenti continui a vivere di vita propria, molto di più che quello su Instagram o Facebook. Anche per questo bisogna postare, postare e postare, per creare volume. Forse è meglio postare tanto e provarci, che dosare bene le proprie cartucce. Che se volete è anche più divertente.
5. Meglio sporco e autentico, che pulito e patinato 🎬
Quando sono sbarcato, in una giornata ho girato un’infornata di una decina di video molto impostati: inquadratura fissa, grafiche, io che spiego alcuni principi del giornalismo. Risultati normali. Poi, una volta finita quell’infornata, ho iniziato a girare video molto più caserecci e immediati. E ho ottenuto risultati migliori.
6. Devi sfornare decine di format ⚙️
Solo così puoi iniziare un minimo di programmazione. E quando ne trovi uno che funziona, insisti con quello, senza troppa paura di ripeterti. Io credo di averne trovato uno molto carino: ogni volta che incontro un collega che lavora nella comunicazione, gli faccio questa domanda: «Qual è il miglior consiglio ricevuto in carriera?». 8 secondi in media di video, minimo sforzo, e risultato gradevole. Le risposte sono divertenti e istruttive.
7. Difficile costruire una community 📕
Forse il punto più dolente. Forse anche per colpa del mio piano editoriale inesistente, fatico a costruire una community solida. Quello che vedo sono utenti che arrivano, vedono un video e poi vanno. E un po’ di commenti un po’ superficiali nei confronti del tema.
8. Hai meno paura 😎
Come spiego in Sociability, TikTok è un social poco social. Punta a farti scoprire nuovi contenuti di valore, piuttosto che intensificare i tuoi rapporti già esistenti o promuovere le interazioni più profonde. Tecnicamente non agevola grandi commenti, ricondivisioni, dibattiti collettivi. Rispetto ad altri social, su TikTok ti senti meno «controllato» e puoi sperimentare di più, sia tecnicamente che tematicamente. Che, se volete, è la cosa più divertente e uno dei motivi per cui continuo.
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È tutto, ottimo e abbondante.
Ci rivediamo giovedì!
Sempre interessante! Segnalo solo che il link “Pioggia, bar e musica jazz per lavorare d’agosto” sembra essere corrotto... 🙁