13 Commenti
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Avatar di Paolo Iabichino

Perdonami Francesco, capisco il bisogno di creare contronarrazioni di senso rispetto al dilagare dei bias social che fanno tanto bene alle piattaforme, ma questo modo di perorare la scelta linguistica della sentenza per incorniciare tutto nelle ragioni giuridiche mi sembra pretestuoso e ingeneroso nei confronti del contesto. La tua visibilità ti obbliga a un senso di responsabilità verso i contenuti che metti in circolazione. Non sono tra coloro che si sono indignati pubblicamente, ma scrivo per mestiere e definire “inesperto” l’imputato, perdonami di nuovo, è uno scempio linguistico che la tua intelligenza non può non aver notato. Mi sorprende come tu non riesca a stigmatizzare la cosa, per portare avanti un pensiero critico sulle reazioni dell’indignazione facile, quando, a volte, si può scrivere anche d’altro. Oppure ci sono persone “esperte” dj femminicidio e allora possiamo sostenere questo ulteriore vilipendio della vittima?

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Avatar di Pietro Macciò

Ciao, mi permetto di intervenire perché ieri ne parlavo a lavoro coi colleghi. Purtroppo c'è uno stacco tra l'italiano popolare (quello che io e te stiamo usando ora) e quello giuridico, ho avuto a che fare più volte con questa differenza mentre studiavo. Se per te e per me, ogni omicidio è già in partenza un atto crudele, l'accezione giuridica di crudeltà si basa appunto su quello che forse potremmo definire "sadismo", il voler non solo togliere la vita ma provocarne volutamente extra sofferenza. E' una questione purtroppo tecnica, probabilmente l'errore se così vogliamo chiamarlo è di chi ha puntato sulla crudeltà come aggravante e non su altro (vilipendio di cadavere? ammesso che si potesse dimostrare che dalla coltellata 5 in poi siano state solo per distruggere il cadavere). Poi fondamentale dire che per il diritto italiano ha già preso il massimo della pena. Purtroppo la definizione di inesperto è in sentenza e, perdonami se mi ripeto, ha una accezione che non è quella che useremmo io e te al bar commentando l'agghiacciante accaduto. Spero di non esser risultato pesante :) Ciao Pietro

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Avatar di Cosimo Devita

"Purtroppo c'è uno stacco tra l'italiano popolare (quello che io e te stiamo usando ora) e quello giuridico" concordo con te. Aggiungo anche che ci sono differenze nell'Italiano popolare fra i vari cluster di riferimento. Poi anche tu Pietro, com me, hai notato che nel testo di Francesco c'è scritto chiaramente che Turetta ha preso l'ergastolo. Visto che personalmente credo che Turetta abbia problemi che sono stati sottovalutati dalla famiglia... ci sono famiglie che stigmatizzano la salute mentale, purtoppo. Tanti degli stigmatizzati rivolgono l'energia distruttiva contro sè stessi, altri purtroppo commettono omicidi. Gli dovevano dare più dell'ergastolo? Poi sarebbe stato lo Stato il sadico, capisco male? Ma ti scrive una persona che darebbe l'ergastolo agli evasori fiscali... e che non vive in Italia. Qui è peggio.

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Avatar di Pietro Macciò

Ah si li poi si apre un mondo. Personalmente non conosco così bene la vicenda, molto probabile che Turetta non sia stabile mentalmente e che nel caso un ergastolo non sia rieducativo ma solo punitivo o come risposta per quietare i media. Però non sono un giudice, per fortuna. Dover decidere e motivare la decisione (presa con coscienza e non a cuor leggero) è un peso che lascio volentieri ad altri, non immagino la pressione dei vari gruppi di interesse, della famiglia e dei politici. Se lo avessero giudicato "non in grado di intendere e di volere" sai che macello che veniva su? Onestamente un ergastolo (rispetto ad una detenzione in una casa di cura/percorso di rieducazione) non riporta in vita un morto ma è facile dirlo visto che Giulia non era mia sorella e la sete di giustizia è (volenti o nolenti) comunque qualcosa con cui la famiglia di Giulia deve avere a che fare.

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Avatar di Chiesa onlife

Non è un problema di motivazioni, è un problema di comunicazione.

I giudici pronunciano una sentenza, che però non riescono a comunicare per far percepire le loro motivazioni.

La distanza è con il mondo reale, e non ci si può sempre (e solo) appellare al "La legge non ammette ignoranza".

Se non si vuole spiegare le motivazioni di una sentenza, accompagnando e assistendo le persone nella lettura, si avrà sempre più uno scollamento con la vita reale. La giustizia (anche a torto) sarà sempre meno capita.

Parlando del mio settore specifico, la Chiesa: Vangelo non più spiegato alle persone e chiese sempre più vuote... la colpa non è nel Vangelo, ma nel non sapere più educare le persone a conoscerlo e metterlo in pratica.

Non si tratta (solo) di avere ragione, ma non riuscire più a comunicare, educare e accompagnare (user experience).

don Renato Pilotto - Padova

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Avatar di Chiesa onlife

Non è un problema di motivazioni, è un problema di comunicazione.

I giudici pronunciano una sentenza, che però non riescono a comunicare per far percepire le loro motivazioni.

La distanza è con il mondo reale, e non ci si può sempre (e solo) appellare al "La legge non ammette ignoranza".

Se non si vuole spiegare le motivazioni di una sentenza, accompagnando e assistendo le persone nella lettura, si avrà sempre più uno scollamento con la vita reale. La giustizia (anche a torto) sarà sempre meno capita.

Parlando del mio settore specifico, la Chiesa: Vangelo non più spiegato alle persone e chiese sempre più vuote... la colpa non è nel Vangelo, ma nel non sapere più educare le persone a conoscerlo e metterlo in pratica.

Non si tratta (solo) di avere ragione, ma non riuscire più a comunicare, educare e accompagnare (user experience).

don Renato Pilotto - Padova

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Avatar di Nadia

Don buongiorno, per quanto riguarda la Chiesa sono assolutamente d'accordo con lei, tant'è che le mie figlie dopo aver fatto la Comunione mi hanno detto con fermezza che loro non hanno capito nulla e che non intendono continuare il percorso. Per l'oggetto dell'articolo di Francesco invece non concordo...i giudici, dei tecnici che già fanno un lavoro complicato (siamo forse il Paese con più norme al mondo) e decidono - come in questo caso - il futuro delle persone, non possono comunicare con il linguaggio comune né spiegare al popolo le motivazioni affinché tutti capiscano. Sta ad ognuno di noi cercare info, leggere, approfondire; dove non ci sono nemmeno le basi per la comprensione del testo non è responsabilità dei giudici ma di uno Stato (cioè tutti noi) totalmente assente. Vedo dei tik tok di gente giovane analfabeta, perché i dirigenti scolastici di quel territorio non denunciano la dispersione scolastica? Non possiamo sempre chiedere a qualcun altro di educare, prendiamoci le ns responsabilità.

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Avatar di Chiesa onlife

Bisogna trovare, ecco la comunicazione, delle modalità per mediare e far arrivare il messaggio.

Non sono entrato nel merito della sentenza, ma temo non basti sia una sentenza tecnicamente valida.

Non c'è cultura per cogliere contenuti e validità di quanto detto.

Lei invoca lo stato, OK.

Io personalmenre, se non capisco cerco di jnformarmi. Ma non posso imporlo agli altri.

Proviamo a creare opportunità di informazione, comunicazione, interessamento.

Io proporrei una sinergia tra organi di comunicazione e organi dello Stato per superare le distanze.

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Avatar di Maria Ledda

Grazie per questo contributo alla chiarezza e alla differenziaziazione dei concetti, dei contesti e dei linguaggi. Le "persone comuni" spesso non distinguono e non hanno attitudine ad approfondire. Spiace che un certo giornalismo, anche autorevole, abdichi al ruolo di fonte in grado di informare con completezza e integrità. Prima i fatti poi le "opinioni" sarebbe già un passo avanti. E (mi) spiace che tu venga criticato per questo meritorio contributo.

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Avatar di Germano

Ottima analisi, ormai sui social ogni giorno parlano delle motivazioni della sentenza giudicate inaccettabili da molti (alcuni commenti poi sono allucinanti).

Sono d'accordo sul fatto che nel sistema giuridico il concetto di crudeltà è diverso da quello abituale e penso sia giusto lasciarlo così: dovessimo cambiare la legge per ogni piccola cosa che non ci piace allora la cambieremo di continuo.

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Avatar di Massimo

grazie mi sembra un articolo ben scritto e motivato che ha lo scopo, raggiunto nel mio caso, di diffondere conoscenza (giuridica) tra i lettori

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Avatar di Lalinguisticapertutti

Sa dirmi se si trova da qualche parte ad accesso libero la motivazione integrale?

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Avatar di Chiara Tilloca

Bellissimo articolo, un altro spunto al di fuori dalla superficialità e mediocrità della maggior parte dei post sui social o di alcuni titoli di giornale. Grazie, sei sempre uno stimolo.

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