E buongiorno!
Questa mail ti arriva tardi ma c’è un motivo.
Stamattina ce l’avevo quasi pronta. Avevo scritto un approfondimento su Deepseek e i cambiamenti nel mondo AI.
Ero dubbioso: non tanto sull’argomento - serio e importante - quanto sul mio pezzo - stantìo e privo di mordente.
E così mi sono ricordato di uno dei valori che cerco di seguira ogni volta che scrivo questa newsletter o qualcosa in generale:
Non cercare di fare l’intelligente
Non sforzarti di fare l’impegnato
Scrivi di ciò che veramente t’interessa, di cui parli la sera al bar, su cui hai qualcosa d’interessante da dire
Perciò eccomi qui, con l’argomento che più di Deepseek, più delle politiche di Trump e più dell’indagine su Giorgia Meloni è apparso nelle mie conversazioni Whatsapp nelle ultime 48 ore: il video di Corona.
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Riassunto per chi s’è perso la storia
Alle 21 del 27 gennaio Fabrizio Corona, la cui definizione è difficilmente racchiudibile in un job title ma che esclusivamente ai fini di questa analisi potremmo definire come un creator che ha cavalcato tutte le piattaforme rilevanti degli ultimi 19 anni (magazine di gossip, Tv generaliste, siti web, social, podcast e ora Youtube), ha pubblicato sul suo nuovo canale Youtube un video dal titolo Il vero amore di Fedez. 2,4 mln di visualizzazioni nei primi 2 giorni, riprese dei giornali e prima vera reazione stizzita di Chiara Ferragni sui social.
Non entro nel merito dei contenuti e di altri aspetti discutibili della vicenda, trovate uno dei tanti riassunti qui.
Quello che m’interessa di tutta questa operazione sono alcuni aspetti di backstage che mi e vi possono essere utili da analizzare per migliorare nel nostro lavoro.
1. L’operazione è pura Creator economy
Per gran parte della sua carriera Fabrizio Corona ha monetizzato vendendo servizi a giornali o Tv. Questa volta aveva una delle storie più grandi gli siano mai capitate. Non c’ha pensato minimamente di andare da Chi o La7. Ha preferito pubblicarla per sviluppare il suo canale Youtube aperto da circa 2 mesi.
È sintomatico di uno dei trend di cui abbiamo parlato spesso qui: lo sviluppo di tanti media indipendenti che hanno il loro fulcro attorno a una persona e a una o due piattaforme (podcast e Youtube).
2. Il format è lungo ed essenziale
Si chiama Falsissimo. Poco più di una volta al mese approfondisce una storia a metà tra gossip e cronaca.
Format essenziale: piano americano, Corona al centro su uno sgabello, due camere, occhio di bue e nero assoluto tutto attorno. La simmetria è rotta soltanto da alcuni materiali di copertura (screenshot di msg e foto) che compaiono ora a sinistra ora a destra di Corona: pochissimi ma specifici per seguire la narrazione. Produzione a costo bassissimo ma sufficiente ed efficace per Youtube.
A volte io stesso tendo a mettere tanto materiali dentro a un video: informazioni, coperture, oggetti di sfondo. Ma molto più spesso vale pure su Youtube quella regola di concentrarsi sul contenuto e su poche cose acchittate bene: Less is more.
3. Forse dobbiamo parlare del «giornalismo» tradizionale
Dopo 7 anni di storia, è arrivato Corona e ha riscritto le Stories. E sì, potremmo discutere ore del metodo usato. Ma potremmo pure farci un’altra domanda.
Nell’ultimo anno abbiamo speso editoriali sui Ferragnez colpevoli di aver «ritratto la coppia perfetta quando invece era tutto falso, ecc. ecc».
Come propellenti di questo incantesimo abbiamo sempre considerato loro due e le loro stories diffuse attraverso i loro canali social, ma non abbiamo mai considerato coloro che quelle stories e quella narrazione l’hanno ripresa ed esaltata forse un po’ acriticamente per anni: i giornali stessi.
4. I video diventano eventi
Il video è stato pubblicato alle 21.00 del 27 gennaio.
Doveva essere pubblicato molto prima - capire cosa sia accaduto in quei giorni, quali altri impegni abbia declinato Fedez e quali siano i rapporti di potere tra i due sarebbe un altro grande servizio alla Corona - ma questo ritardo è stato sfruttato per creare ancora più hype.
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Sempre più i lanci di alcuni video su Youtube stanno diventando eventi da condividere con gli amici.
È una versione 2.0 della visione a second screen tipica dei primi anni 10
Allora avevamo il Festival di Sanremo sulla Tv e Twitter sul Mac.
Oggi Youtube sul Mac e Whatsapp sul cell
5. Views 👉 4% Subs
Il video è n. 1 in Italia. 2,4 mln di visite soltanto nelle prime 48 ore.
Il capitale di uno Youtuber sono ovviamente i subscribers, ovvero le persone che si iscrivono (gratuitamente) al canale e ricevono tutte le notifiche di pubblicazione.
Nel giro di 48 ore il canale ha guadagnato quasi +100.000 iscritti, passando da 144 a 242k.
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Facendo un calcolo grezzissimo, si tratta di un tasso di conversione del 4%: ogni 100 persone che hanno visto il video, 4 hanno cliccato su «Segui».
6. Un modo per monetizzare
E ora, la cosa che più mi ha colpito: come ha chiesto soldi.
Da tempo l’editoria si chiede quale sia il miglior modo per monetizzare direttamente i progetti editoriali: abbonamento, membership, mecenatismo, prodotti freemium, e così via. Spoiler: non ce n’è uno migliore, solo uno migliore per il prodotto cui si applica.
Quello di Corona era un ibrido tra membership (ti pago perché voglio sostenerti) e freemium (ti pago perché voglio finire il video), ma molto light e immediato. Non credo di averlo visto in questa forma precisa in Italia.
Fondamentalmente Corona aveva un video di 50 minuti, fatto e finito.
Quindi l’ha spezzato in due:
i primi 43 minuti - gratuiti - che sono stati pubblicati alle 21 del 27 gennaio. Un malloppone che più volte faceva riferimento a una «telefonata esclusiva» che sarebbe stata mostrata alla fine…
gli ultimi 5 minuti - a pagamento - che sono stati pubblicati immediatamente dopo il primo video e che contenevano la telefonata.
Personalmente ho trovato gli ultimi 5 minuti a pagamento una delle parti meno interessanti di tutto il servizio.
La cosa che più mi ha interessato è stata l’urgenza creata nel consumatore.
Finito il primo video, e ripetiamo che questo è stato un evento vissuto da molti con il doppio schermo per commentarlo con amici sulle app di messaggistica, gli utenti si sono ritrovati immediatamente un link per vedere il secondo e ascoltare immediatamente la telefonata tante volte accennata.
Prezzo: 4,99€, per diventare abbonati a pagamento del canale. Un clic e via.
Non abbiamo dati sulle iscrizioni a pagamento. Gli unici dati che abbiamo sono i 900 like messi sul video a pagamento (da cui si deduce che gli abbonati paganti siano almeno 900).
Ma è ragionevole credere che l’urgenza narrativa, la facilità del pagamento e l’ansia da condivisione sociale abbiano spinto molte persone a versare i 4,99€ per iscriversi.
Lo ha scritto benissimo Guia Soncini, quando dice che Corona ha reinventato l’economia del pettegolezzo:
«Lunedì sera, Fabrizio Corona ha fatto tornare a esistere i pettegolezzi a pagamento […].
Secondo me quei cinque euro a Corona glieli dovete dare comunque, come donazione per la gratitudine di quei meravigliosi quaranta minuti iniziali.
Glieli dovete perché forse anche Corona è una beghina dell’internet, ma assai più simpatica delle altre. Glieli dovete perché, di tutti i teppisti di buona famiglia […] di tutti i disadattati determinati a sprecare il loro talento, di tutti gli antiCalenda che fanno di tutto per peggiorare la loro stessa reputazione invece di dirci quanto sono colti e seri, Fabrizio Corona è di grandissima lunga quello che più tenacemente ed efficacemente ci intrattiene. Se vi pare poco».
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Non sono un esperto sul tema, so solo che per creare e lanciare un progetto da zero ci sono tantissimi passaggi. E lo sto vedendo con l’organizzazione del festival: fai analisi strategica, crea partnership, e poi fai la brand identity, il posizionamento, le grafiche, la landing e poi crea contenuti, fai call ecc.
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🙌 Pezzi belli belli
🥹 Momento nostalgico: com’è la casa di «Mamma ho perso l’aereo» oggi
☃️ Perché tutti stanno andando a Roccaraso. Yep, c’entra la vostra Rita De Crescenzo
🎶 Ma l’ordine casuale di Spotify è veramente casuale?
📚 «Nella “non fiction” hanno venduto più di 30mila copie i libri di Paolo Crepet, Mario Calabresi, Sigfrido Ranucci». Il Post fa il Post e svela quante copie vendono i libri in Italia
💔 Ok, ho capito chi assumono le star di Hollywood quando si vogliono fare la guerra tra loro. No bueno
🧠 Secondo me la settimana è stata spiegata benissimo da Adam Douglas Thompson con una bellissima vignetta sul New Yorker: «A quanto pare, c’è una nuova azienda AI cinese che in maniera molto più economica ci costringerà a sentir parlare di AI». Perché è imprortante Deepseek.
🤔 Ma pure 4 motivi per preoccuparsi di Deepseek + 4 motivi per non farlo.
❤️ «Per le guardie e per i compagni era solo il numero 4859, ma per un piccolo gruppo segreto, lui fu il tenente dell’Intelligence Polacca che portò alla luce le atrocità di Auschwitz». È grazie a lui se nel primo anno si seppe ciò che accadeva nei campi di concentramento
😍 40 anni di campagne di marketing, in un archivio online
🏀 I Nets hanno 132 mln di like e una strategia TikTok che (a quanto pare) sta funzionando
☺️ «Rilassa consapevolmente le spalle». 35 consigli di esperti su come gestire stress e altri aspetti di vita quotidiana
📚 L’hai letto?
Di cosa parla ✍️ Palermo, 1968. I primi passi al giornale L’Ora di un aspirante giornalista
Perché lo consiglio ✌️ Perché ti fa innamorare ancora di più di questo mestiere e ti racconta Palermo in maniera incantevole
Un passaggio bello 📝 «Ce l’hai la foto?»
«Sì»
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«Sì»
«E perché è bella?»
«Perché l’abbiamo scattata mentre piangeva»
«Allora la mettiamo in prima. Scrivi, scrivi…».
⚒ Tools
Estensione Chrome per chi come me si trova con mille tab aperte: passi sopra un link con il mouse e lei ti dà l’anteprima intera della pagina
Crea la landing per il link in bio, ma in modo più creativo
3 consigli di networking per introversi
✍️ P.S.
Il link più cliccato della scorsa puntata è quello con i consigli su come trovare la propria strada
E Ciao!!
La cicciona stronza merda ringrazia per fare da sponsor alla violenza.
Io capisco che il tuo modus operandi sia cercare di entrare in ogni minimo brusio del web con la tua presenza ma come fa un giornalista a non mettere minimamente in discussione quello che è successo, ciò che il personaggio rappresenta, la violenza verso più di una donna presente nel video (verbale e psicologica, considerando gli insulti sui corpi o la condivisione di dettagli intimi che dovevano rimanere privati) e la contenutizzazione secondaria da parte degli utenti che da 48 ore si muovono ferocemente nei confronti di personaggi che non sono certo pubblici e che forse non hanno scelto questa notorietà? 'sta roba sembra scritta con ChatGPT.