🇮🇹 Eat the cannoli!

Un pomeriggio leggendario con gli influencer italo-americani

mar 13, 2024

Ecciao!
Ultimo giorno di lavoro qui a Williamsburg, New York 🇺🇸 Domani ritorno a Milano. La cosa che ho capito è che devo rimanere di più: quando sto qui si creano un sacco di begli incontri e occasioni man mano che i giorni passano :(

🚨🚨🚨 Sto cercando una figura part-time per alcune task che hanno a che fare con questa newsletter. Leggi giù!

🎙️ È uscito un mio nuovo podcast! Si chiama Altroché, realizzato con Chora e Altroconsumo. Obiettivo semplice: partiamo dai dati per raccontare come cambiano i nostri consumi, tra preoccupazioni per l’ambiente e la sostenibilità! Prima puntata, dedicata proprio ai consumi nell’abbigliamento! Ascoltatela e datemi feedback!

*Lil Mo Mozzarella che racconta una storia di mala a Little Italy, all’interno della casa-studio di registrazione di Growing up italians, Williamsburg, New York*

Sono in una casa sopra un negozio chiamato Panini Shoppe. Via Vespucci, Williamsburg, New York.

Mentre addenta una fetta di salame e si pulisce la tuta Sergio Tacchini, Lil Mo Mozzarella continua il suo racconto: un suo compare di Little Italy che stava strozzando un uomo con la sua stessa cravatta. «He’s fucking crazy! Forget about it!».

Seduti ad ascoltarlo, Mario Bosco, piccolo principe di Little Italy, Danny Mondello detto Meals by Cug e una signora di cui non ricordo il nome originaria di Avellino che mi condensa perfettamente il motivo dei loro numeri milionari sui social: «Cause everybody wants to be fucking italian!».

🇮🇹 Professione: influencer italo-americano

Sono gli influencer italo-americani.

Uomini e donne di Brooklyn col cognome terminante in vocale e contenente un cibo (Joe Pepe Gambino the best), che ogni giorno raccontano a milioni di follower la loro «italianità» tra cibi ipercalorici, aneddoti di nonnà, tute acetate, anelli al mignolo e riferimenti di mala vita.

📲 Growing up, un progetto da 5 mln di follower

A partire dalla pandemia, il collettore di questi personaggi è diventato Growing up italian. È un progetto nato da 3 cugini figli di immigrati della Campania: una serie di pagine Instagram, TikTok, e un podcast che tutti assieme raccolgono una community di 5 milioni di utenti (non unici).

Il volto e mente è Sabino Guercio. È lui che mi accoglie nella sua casa-studio sopra il Panini Shoppe dei suoi genitori, arrivati qui negli anni 70 da Sanza (Salerno). Pr nei locali, abilissimo negli affari, Sabino ha raccolto il podcast Growing up e gli ha dato forma.

*Sabino Guercio, volto e mente di Growing up italian*

Una volta a settimana intervista qui personaggi italo-americani d'America, oppure personaggi italiani ancora poco conosciuti in America.

🎙️ Le interviste ai rapper

Un giorno, in una storia su Instagram, dice che vuole intervistare Sfera Ebbasta. Quello legge il messaggio e gli risponde: «Facciamolo!». È l’inizio di una serie di interviste a personaggi della scena rap italiana che regalano al podcast popolarità e soprattutto una connotazione particolare: Gué, Lazza, Clementino.

L’approccio è da purissimo cazzeggio creativo: casa di Sabino è come una content house in cui italo-americani vanno e vengono, registrando contenuti video sul momento.

Al momento la monetizzazione avviene con le views (su TikTok e Youtube) e attraverso accordi di product placement con i brand (di recente hanno lavorato con Uber Eats). Ma Sabino spiega che non vuole spingere troppo per non snaturare il prodotto. I soldi arriveranno più tardi, con altri progetti offline a cui sta lavorando.

🌎 I motivi del successo

La community, tra podcast e pagine social, è di 5 milioni di utenti: «Appena il 5% vive in Italia. Il 60% è composto dal persone che vivono negli Usa, il resto da italo-americani sparsi nel mondo».

La cosa che più mi interessa è il motivo per cui milioni di persone seguono questi personaggio qui: «Credo che gli italo-americani siano ossessionati dalla tradizione più degli italiani stessi».

Forse questa schiera di personaggi - con tutte le loro storture - intercetta una domanda pazzesca: l’ossessione per le origini, specie di quella nuova generazione di figli di immigrati.

Con tutte le loro frasi sgrammaticate, cibi discutibili, gestualità esagerate, reference abusatissime, questi pers onaggi sono un surrogato di quel bisogno di sentire casa che tutti gli uomini hanno quando girano il mondo. Non importa quale, non importa se reale:

tanto non c’è nostalgia più potente, di quella per ciò che non si è vissuto.

🚨🚨🚨 Sto cercando una figura part-time per alcune task che hanno a che fare con questa newsletter. Ecco qualche info!

Requisiti obbligatori 👉 esperienze pregresse nell’attività di Social curation (Instagram, Tiktok, Linkedin); editing foto/video
Come candidarsi 👉 potete scrivere a francesco.oggiano@gmail.com con l’oggetto «Annuncio Digital Journalism» e mettere 3 cose:

1. il vostro Cv
2. un bel po’ di link ai vostri lavori precedenti
3. un piccolo task che è in linea con l’annuncio (tranquilli, non dovrebbe richiedere più di 10 minuti di lavoro). Si tratta di leggere l’articolo di apertura di questa newsletter (sugli influencer italo-americani) e provare a declinare questo contenuto su un immaginario canale Instagram. Potete fare un carousel, un set di stories, un post single slide, quello che volete, scatenatevi, e metterlo come allegato nella mail. Non serve che facciate il lavoro completo - basta anche un abbozzo - e potete andare di copia incolla senza creare nuovo testo, non voglio togliervi troppo tempo, ma è giusto per capire meglio qual è il vostro tone of voice e la vostra vena creativa!

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