La «Bidella pendolare» non fa più la pendolare?
Analizziamo questa notizia virale. Con un documento che forse fa chiarezza sui conti che non tornano
Ben ritrovati/e,
io sono Francesco Oggiano e questa è Digital Journalism, la newsletter che racconta come la Rete sta cambiando il nostro mondo.
Ammetto che questa è la puntata che mi ha messo più in difficoltà. Perché i fact checking non mi hanno mai particolarmente appassionato, e perché l’ultima cosa che vorrei è vedere ancora in difficoltà una ragazza forse ritrovatasi senza saperlo in un meccanismo più grande di lei e già vittima di insulti osceni sui social. Ma nei giorni scorsi mi sono imbattuto in un documento che credo possa fare un po’ di chiarezza su una notizia virale delle ultime settimane, e - seppure non stiamo parlando di una vicenda che cambierà le sorti del mondo - mi sembrava professionalmente giusto raccontarvelo, visto che parla anche di come noi ci comportiamo davanti a una storia virale.
Stando ai dati, la «Bidella pendolare» non avrebbe fatto la pendolare «tutte le mattine, compreso il sabato». E non farà più la pendolare per almeno i prossimi 7 mesi.
A quanto risulta da un documento ufficiale del Ministero dell’Istruzione che ho potuto consultare, dal 19 gennaio la collaboratrice scolastica si trova in «congedo per assistenza familiari con handicap in situazione di gravità», che durerà fino alla fine dell’anno scolastico, ovvero fino al 31 agosto 2023.
Il congedo è un periodo di assenza dal lavoro retribuito previsto dalla legge 104 del 1992. Una legge sacrosanta, che permette ai lavoratori dipendenti di potersi assentare dal lavoro per assistere familiari portatori di handicap (la stessa collaboratrice, dopo le polemiche sorte attorno alla veridicità del suo racconto, aveva parlato di un permesso usato per assistere un parente).
È forse l’epilogo di una storia virale sui social che merita di essere ricostruita.
📲 Come diventa virale una storia
Il 17 gennaio il racconto: collaboratrice scolastica di Napoli fa la pendolare «tutti i giorni, sabato compreso» per andare a lavorare al Liceo Artistico Boccioni di Milano. La ragione: se si trasferisse al Nord, consumerebbe tutti i 1.165€ di stipendio «tra affitto, bollette e spesa». Facendo la pendolare: 400€.
La storia diventa virale. Scatena due istinti fortissimi e identitari dei social:
solidarietà, nei confronti della ragazza;
indignazione, nei confronti del caro affitti.
presto, come tutte le storie virali, scatena un altro istinto: la curiosità.
C’è chi studia le tariffe ferroviarie: «I conti non tornano»; chi raccoglie voci dei colleghi: «Non viene mai»; e chi si abbandona a stereotipi razzisti e insulti social contro la collaboratrice, forse ritrovatasi improvvisamente in qualcosa più grande di lei.
La collaboratrice dà una nuova intervista per rispondere alle polemiche. Dice che da settembre a dicembre non ha «mai fatto assenze» (salvo «un congedo per accompagnare un parente a una visita medica»); che soltanto a dicembre, è rimasta parecchi giorni a casa in malattia per «una brutta bronchite»; e che a gennaio è «tornata regolarmente a scuola».
📆 Cosa dicono i dati
Come sempre «la realtà è deludente» (scusa Sorrentino), più complessa e mai così netta.
Stando ai dati emersi, non sarebbe esatto dire che la collaboratrice scolastica sia andata ogni mattina a Milano, così come non sarebbe esatto dire che non ci sia mai andata se non per due giorni.
È stata supplente nei licei di Milano dal 2019. Ma fino al 2021 i licei sono stati prevalentemente in Didattica a distanza causa Covid.
Stando ai dati, nell’anno scolastico 2021/2022 ottiene una supplenza all’istituto Luigi Cadorna di Milano. Dopo circa un mese e mezzo di lavoro, ottiene un «congedo per assistenza a familiari con handicap», che inizia il 2 novembre 2021 e finisce il 31 agosto 2022. Niente più pendolarismo per quell’anno.
Nell’anno 2022/2023 le viene assegnata una sede provvisoria al Liceo artistico Boccioni di Milano, in attesa della conferma di ruolo.
Sempre a causa dei permessi, a settembre e ottobre non è presente a scuola quasi tutti i sabati e due lunedì. Da qui forse le testimonianze raccolte di personale Ata e studenti che dicevano di non averla sempre vista nell’istituto. Dopo aver ottenuto la conferma del ruolo il 5 novembre, si deve assentare per malattia per tutto il mese. Forse è una bronchite di cui ha parlato dopo le polemiche, anche se datava quella malattia nel mese di dicembre.E così, dopo un rientro post-vacanze e la diffusione della notizia, il 19 gennaio prende il nuovo congedo per assistere familiari con handicap. È il congedo straordinario retribuito, che questa volta durerà fino alla fine dell’anno. Un congedo, ripeto, sacrosanto, tra i capisaldi di una società civile. Facendo due calcoli, su una novantina di giorni di scuola (dal 12 settembre al 19 gennaio), risulterebbe assente in circa una trentina.
➡️ Cosa non torna
Tra i dati emersi dal documento e le ricostruzioni della vicenda ci sono forse un po’ di incongruenze.
Se nella storia la collaboratrice scolastica dice di essere «diventata di ruolo a settembre» a Milano, nel documento risulta essere diventata di ruolo il 5 novembre, ovvero dopo i due canonici mesi di prova.
Se nella storia dice di non aver «mai fatto assenze da settembre a dicembre» nel documento si vede come sia assente, legittimamente, quasi tutti i sabati di settembre e ottobre e quasi tutto il mese di novembre.
Se in un’intervista pubblicata il 19 gennaio diceva di essere «tornata regolarmente a scuola dopo le feste natalizie», nel documento risulta essere in congedo proprio dal 19 gennaio fino al 31 agosto 2023.
Fino alla fine dell’anno non percorrerà più la tratta Napoli-Milano per andare a scuola. E - qualora lo vorrà - potrà provare a chiedere il trasferimento in qualche scuola più vicina, essendo diventata di ruolo lo scorso novembre.
🚇 Ecco perché tornano i conti?
Sono dettagli - che riporto dopo aver chiesto nei giorni scorsi alla protagonista se voleva replicare (ha scelto legittimamente di non farlo) - dettagli che forse rendono più complessa la storia e il dibattito polarizzato che ne è seguito. E che potrebbero suggerirci come i conti possano iniziare a tornare.
Un conto sono i costi per fare una tratta 200 giorni in un anno (tanti sono quelli più o meno previsti nei licei italiani). Un altro per farla qualche decina di volte. Un conto è la scelta di restare a Napoli per il caro affitti di Milano. Un altro - ipotizzo - la necessità di restare a Napoli per accudire un parente.
E insomma, se pure questa storia è arrivata alla fine, possiamo trarne tre spunti:
Le storie virali sono spesso esemplificative e simboliche di un problema più grande. In questo caso, a non tornare sono soprattutto i conti di una città in cui vivere in affitto è arrivato a costare in media il 49% dello stipendio, dato più alto d’Italia.
Tanto più sono virali, tanto più renderanno virali i loro protagonisti. Con tutte le conseguenze che ne possono derivare.
Un bel modo da utenti di approcciarsi a una storia virale secondo me è cercare di coltivare il dubbio. Che sia nei confronti della sua veridicità, o della sua inesattezza.
🙌 Pezzi belli belli
🏡 Gran fotoreportage: che fine ha fatto l’ultima utopia degli hippie in California.
💻 Lista di buone abitudini del 21esimo secolo.
🏁 Ma la poesia di questo sito? La prima versione di tutto.
🧠 Il mio nuovo mito, lo psicologo Antonino Tamburello, analizza le frasi di Andrew Tate.
⚒ Tools & How-to
Sofa, per organizzare le liste di cosa guardare, visitare, mangiare nel vostro tempo libero. Adesso liste anche condivisibili.
Moodmeter, app per appuntarti in che stato d’animo sei.
Sito molto interessante: tu metti la url di un video Youtube, lui ti restituisce un sommario testuale.
Il servizio che noi imbruttiti aspettavamo: scrivi le cose che hai in frigo, e ti restituisce la ricetta con quegli ingredienti.
144 esempi di buone abitudini concretissime.
💵 Work
Chef in camicia sta cerando un Head of Content. Mandate una mail a hr@chefincamicia.com, mettere nell’oggetto «Annuncio Digital Journalism» e fatemi fare bella figura!
Freeda cerca un Copywriter.
Santoni pure.
VdNews vuole un Video journalist.
Lanieri un Copy editor.
Alanews un Editor sportivo.
Michael Page un Content creator.
Daje,
fatemi sapere se la puntata vi è piaciuta e cosa ne pensate del tema.
Ci sentiamo giovedì.
Buonasera. Complimenti per l'articolo, ben scritto e con un'ottima analisi. Non sono però d'accordo con lei quando parla del caro affitti di Milano perché secondo me rischia di semplificare un po' troppo la situazione: è vero che nel centro della città sono molto cari e sostenibili per poche persone, ma la signora in questione avrebbe potuto benissimo affittare una casa in una zona periferica della città dove i prezzi sono decisamente più sostenibili, così come fanno migliaia di persone che lavorano in centro e che percepiscono anche salari inferiori.
Bell'articolo....come si può avere quel documento su altro personale della scuola?