Ma come si scrive una mail?
«Scrivi una riga. Salta una riga. Scrivi una riga. Salta una riga».
Ecciaooo!
L’agenzia Team Lewis ha fatto questo podcast «Una cosa al volo», dedicato a comunicazione e digital marketing che vi consiglio. Sono stato loro ospite e abbiamo parlato un po’ di social e attivismo. Per approfondire, ecco la puntata integrale!
Parentesi su questa newsletter. La puntata di giovedì scorso sul Burnout è stata la più apprezzata di tutta la storia di Digital Journalism: tasso di apertura, condivisioni, reazioni e visualizzazioni online sono stati i più alti di sempre. Al di là delle vanity metrics, questo mi fa piacere per tre motivi:
significa che il problema è molto più sentito di quello che è trattato (quindi tecnicamente non mi fa piacere, ma significa che insomma ci dedicherò più tempo, ci siamo capiti);
ho ricevuto messaggi vostri molto ma molto intensi. Il refrain era:
«Ora che l’ho letto, mi sento meno solo/a».
Messaggi che valgono quanto un premio;la puntata era brandizzata Serenis (la convenzione per voi è ancora attiva). Non abbiamo mai parlato del prodotto, ma solo del tema, scrivendo cose interessanti e mai markettose.
È stato un primo esperimento per unire armonicamente approfondimenti di qualità e di servizio alla community + opportunità di monetizzazione di questa newsletter.
Se continuerà così, potrà essere un’ottima strada per trovare risorse e tempo da investire ancora di più in questa newsletter. E magari fare quello che voglio fare da tempo:
pagare approfondimenti di Digital Journalism di altissima qualità proposti dalla stessa community ;)
E ora partiamo!
Ci pensavo e forse una delle cose più importanti per farsi strada nel lavoro è la mail. Con quella ci proponiamo, ci relazioniamo, ci arrabbiamo, troviamo e lasciamo il lavoro. Eppure nessuno ci ha mai insegnato a usarla.
Personalmente ho fatto lezioni su come si scrive un podcast, un video, un articolo, ecc. ma non ho mai seguito un corso su come si scrive la cosa che scrivo più di tutte e che definirà buona parte della mia carriera. Boh. In attesa che la sinistra riparta da qui, ho raccolto alcuni consigli da quel grande che è Josh Spector. Gli altri li trovate qui.
La frase più importante è la prima.
Non dovrebbero esistere mail senza scopo.
Ogni mail vale esattamente quanto la ragione per cui la mandi.
Scrivila come parli.
Una buona mail con un cattivo Oggetto non è una buona mail.
Se rispondi alle mail immediatamente, stai allenando le persone ad aspettarsi che tu rispondi immediatamente.
Il momento peggiore per «guardare la mail» è ogni momento in cui ricevi una mail.
Più concetti ci metti dentro, meno probabile sarà che dedichino attenzione al concetto a cui tieni veramente.
Il modo migliore per avere una risposta alla tua mail è finire la mail con un punto di domanda.
Crea un template per le mail che invii ripetutamente.
No-small-talk.
Mettere in Cc una persona che non deve per forza stare in Cc non è una forma di rispetto, ma il contrario.
Il numero delle persone messe in Cc è direttamente proporzionale alla gravità del disastro che si compierà.
Usa la firma in mail per promuovere qualcosa di più che te stesso.
Chi dice che «la mail è morta» e che «i ragazzi non usano la mail» si dimentica che i ragazzi non saranno sempre ragazzi.
Dividila in bulletpoints.
Nessuno ha mai desiderato che i paragrafi fossero più lunghi.
Ogni mail dovrebbe chiarire al destinatario cosa vuole che faccia dopo averla letta.
Scrivi una riga. Salta una riga. Scrivi una riga. Salta una riga.
🌐 Sto Metaperso
Un paio di mesi fa ho comprato il Meta Quest 2, il visore di Facebook che è considerato la cosa più vicina a quello che sarà il metaverso: dopo la prima settimana, li ho abbandonati su uno scaffale dove tuttora stanno. Esperienza affaticante e priva di contenuti accattivanti.
Kevin Roose, giornalista del New York Times, ha scritto durissimo: «È davvero sconcertante che Meta abbia speso più di 10 mld $ nella realtà virtuale e la sua applicazione principale sembri ancora peggiore di un gioco della WII del 2008».
Non è colpa di Mark: è che siamo ancora in uno stato embrionale e dovremo aspettare qualche anno per avere esperienze di qualità. Al momento ci accontentiamo di comunicati stampa di aziende che sono «entrate nel Metaverso» (spoiler: viste da nessuno).
Però.
Qualcosa si muove e lo farà sempre più velocemente. Perciò vi lascio due spunti per iniziare a farvi un’idea e sembrare intelligenti nelle conversazioni.
1. Questa settimana il buon Mark Zuckerberg ha presentato il visore Meta Quest Pro (1.799 €). Il solito Casey Newton lo ha provato in anteprima e ha tirato fuori un megapezzo in cui racconta tutto: è un passo in avanti gigantesco dal punto di vista dell’innovazione, ma pensato più per testare la tecnologia di nuova generazione che per soddisfare un bisogno specifico degli utenti.
2. Qualche mese fa ho incontrato Lorenzo Montagna (ex ad di Yahoo!, Altavista e oggi consulente strategico per la realtà aumentata e il metaverso).
Mi ha spiegato un po’ di cose e fatto provare un po’ di esperienze: tra le altre, una in cui ero un superfigo che stava sul tetto di Milano davanti al Duomo con un drink in mano e 4 modelle attorno che mi guardavano ammiccanti. Oh yes, Metaverse.
Ora sto leggendo il suo libro, che introduce in maniera semplice al Metaverso: «Metaverso. Noi e il Web 3.0». Ecco un estratto interessante:
A oggi il digitale è buona parte del nostro habitat naturale, con tempi di permanenza sempre crescenti, al punto da non avere più una netta dicotomia tra online e offline ma un unicum continuo di onlife. A tutto questo mondo digitale manca però un fattore fondamentale: lo spazio. I contenuti digitali sono sempre confinati in uno schermo che ci divide, o meglio ci difende, ci scherma, come nell’etimologia latina della parola. Il 22 luglio 2021 Zuckerberg, prima della famosa conferenza Facebook Connect di ottobre, alla domanda su cosa fosse il “Metaverso”, ha risposto: “An embodied Internet”, ovvero una “Internet fisica”, con un corpo.Un posto, quindi, fisico, dove noi passiamo da essere un account, o meglio un avatar. Il cambio di paradigma è totale.
🙌 Pezzi belli belli
💛 Nel 2010 il New York Times ottenne una megaintervista da Angela Lansbury a una condizione: che l’intervista fosse pubblicata solamente dopo la sua morte. Eccola.
🎙 20 lezioni sui podcast da un podcaster che ha fatto 1 mln di download.
😥 Kurt Vonnegut disegnò su un diagramma l’arco narrativo delle storie (sopra Cenerentola). E a me fa quasi piangere dalla bellezza.
⏱ Come recuperare 10 ore a settimana. Un Thread.
🂠 Stanno tornando le figurine sportive. E sono più cool che mai. Colpa di un disegnatore freelance e di Stephen Curry.
⚒ Tools & How-to
Pensate al tempo non in anni, ma in occasioni: quanti Natali coi genitori ancora in vita vi rimangono, quanti Mondiali di calcio coi vostri cugini, quanti viaggi in America col vostro partner. Questa pagina vi rappresenta il tempo che vi resta in in occasioni che vi rimangono.
Listy, per fare liste.
La tecnica del pomodoro di cui parlavamo, ma per i fan di Harry Potter.
«I wake up at ____________.». Modulo per immaginare la propria giornata perfetta da freelance.
5 strategie per essere più creativi.
💵 Work
(sei un’azienda e stai cercando una figura della comunicazione? Scrivimi a questa mail e possiamo provare a mettere il tuo annuncio personalizzato qui)
Human tecnopole cerca un Head of communications.
Fido un Head of content.
Hunters un Copywriter.
DigitYou un Community manager.
Daje, a giovedì prossimo!