Ma ben svegliati e ben svegliate!
😴 Qui sono le 21.47 di mercoledì sera, e io sto scrivendo questa newsletter: ultima scrittura di una delle giornate lavorative più incasinate degli ultimi anni, tra podcast, video e call per Youtube.
Scrivo bevendo una tisana (lo so, la birra 🍺 è più bella ma sono stanco anche per quella) e ascoltando Bruce Springsteen per rimanere in tema 🎧
Sono stanchissimo, perciò sicuramente questa newsletter sarà piena di refusi, perdonatemi in anticipo come si perdonano tra loro i fratelli Gallagher e andiamo avanti ❤️
📺 Sabato alle 15 sarò a Tv Talk (Rai3) per parlare di Elon Musk ed elezioni. La cosa bella è che questo invito nasce dopo l’approfondimento che ho fatto sul mio nuovo canale Youtube. E insomma, una cosa che mi gasa parecchio perché la sto costruendo da zero «buttandoci l’anima», come si dice giù al sud.
📆 Venerdì 25 invece sono a Udine a un incontro organizzato da Banca 360 FVG. Parleremo un po’ di Giornalismo e informazione. Ci si iscrive qui!
E ora, partiamo!
Il problema degli endorsement
Guardate questo grafico qui sotto pubblicato da quei miti di Axios.
Rappresenta il numero di endorsement fatti dai primi 100 giornali Usa per diffusione negli ultimi 20 anni.
Mostra perfettamente due dati.
Mediamente i giornali Usa endorsano candidati democratici (in blu).
Se nel 2004 (Bush vs. Kerry) il numero di endorsement pro-dem erano leggermente superiori a quelli pro-rep, dal 2016 in poi - con l’avvento di Donald Trump - il numero di giornali che si schieravano per i rep è crollato.
Sempre meno giornali pubblicano i loro endorsement
Guardate la striscia grigia. Rappresenta i giornali Usa che hanno deciso di non pubblicare alcun endorsement. Ha iniziato a crescere tra il 2016 e il 2020. Tradotto: dopo la prima vittoria - inaspettatissima - di Donald Trump vs. Hillary Clinton, molti di loro hanno iniziato a rinunciare alla tradizione di indicare il loro candidato preferito.
Nel 2024 circa il 70% dei giornali americani ha deciso di non appoggiare alcun candidato alla Casa Bianca
Un dato senza precedenti
Piccola curiosità: «gli unici 2 endorsement che l'ex presidente Trump ha ricevuto, sono arrivati dal New York Post e dal Las Vegas Review-Journal, entrambi di proprietà di alleati di Trump.
Le cause per Axios vanno ritrovate anzitutto nelle decisioni degli editori.
«Molti giornali statunitensi che un tempo erano indipendenti o a conduzione familiare ora appartengono a grandi gruppi editoriali i cui proprietari, spesso hedge fund o gruppi di private equity, hanno deciso di interrompere la pratica degli endorsement, temendo reazioni negative e ritorsioni politiche».
Il pensiero va ovviamente al Washington Post di Jeff Bezos, di cui abbiamo parlato la scorsa settimana.
Io mi chiedo pure quanto questo abbia a che fare con la paura di scontentare il pubblico e alienarsi parte dei lettori, specie nell’epoca del giornalismo social fatto di suscettibilità e lettori-non-lettori che spesso vogliono sentirsi confermate le proprie idee piuttosto che instillati nuovi dubbi.
La cosa più interessante l’ha scritta forse Ben Smith: il direttore di Semafor ha spiegato come una settimana dopo la decisione di non pubblicare l’endorsement, il Washington Post abbia visto 250.000 suoi abbonati abbandonare il giornale in polemica con la decisione.
Il rischio è un cambio di percezione: come se molti lettori volessero - e siano disposti a pagare per - vedere confermate le proprie opinioni. Come se non desiderassero più tanto un prodotto che gli porti un’accurata informazione - come il Washington Post ha dimostrato di essere negli ultimi anni - quanto più un prodotto culturale da usare per accrescere le proprie battaglie e convinzioni.
«I giornali in cerca soldi sono meno autonomi rispetto al consenso dei propri lettori paganti. E questo condiziona il lavoro giornalistico: dire ai propri “clienti” quello che vogliono sentirsi dire, non scontentarli e non contrariarli (in tempi di forte suscettibilità) è una necessità ineludibile per non perdere i loro soldi e il loro valore anche in termini pubblicitari».
Una delle mie peggiori paure: assecondare il lettore.
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Il link più cliccato della scorsa settimana è il miglior consiglio sessuale che potrai ricevere (che è anche il più difficile da seguire)
Daje, a giovedì prossimo!
per il giochino dei numeri finale manca il link...
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