E buongiorno!
Allura, il podcast a cui presto la voce è uscito e si chiama A fari spenti. È stato scritto e prodotto da Chora Media in collaborazione con Le Scuderie del Quirinale e racconta una storia fighissima: gli italiani e le italiane che durante la II guerra mondiale salvarono le opere d’arte dai tedeschi. Sempre bello freghiamo i nazisti. Vi lascio qui il primo episodio.
E ora, partiamo!
Parliamo di Ai.
Ovviamente sto seguendo tutti gli aggiornamenti, con un misto di interesse, apprensione e a volte noia. Ho pensato che era ora di iniziare a parlarne anche qua, senza allarmismi né esagerazioni.
Perciò ho raccolto 2-3 trend che mi hanno più incuriosito.
1) 🙋♂️ Buzzfeed sta usando OpenAI per creare automaticamente i suoi quiz.
Perché mi ha colpito 👉 Nel brevissimo periodo, per quanto quasi tutte le testate Usa abbiano giurato di non voler produrre pezzi giornalistici tramite l’utilizzo di AI, ci sarà un utilizzo sempre più intenso di AI per le automazioni, per i pezzi più basici (aggiornamenti di eventi sportivi e di Borsa) e per la produzione in massa di prodotti collaterali, come quiz, parole crociate, test e così via. Come ha detto Brian Morissey:
«The most immediate impact of AI is probably that it becomes an efficiency tool»
2) 👩💻 Il Financial Times ha creato la prima figura al mondo di AI Editor.
Perché mi ha colpito 👉 Si chiama Madhumita Murgia e scriverà per il giornale di tutte le novità e applicazioni dell’AI. Vi state affacciando nel mondo del giornalismo? Pensateci, può essere una bella specializzazione.
3) 💰 Notion è la prima grande azienda a provare a monetizzare l’AI
Perché mi ha colpito 👉 Per Casey Newton la domanda sul breve periodo sarà su chi riuscirà a monetizzare l’implementazione dell’AI all’interno del suo prodotto. Al momento i prodotti di AI sul mercato sono versioni in white-label di ChatGPT. Open AI la rende disponibile a qualunque società 2 millesimi $ ogni 750 parole di output. Notion ha creato AI, disponibile per gli abbonati a 10$ al mese: dicono sia fantastica per scrivere note, scrivere mail, riscrivere articoli, ordinare task, ecc. Sono mansioni che tra qualche anno ci sembreranno primitive, ma per ora rappresentano la frontiera.
Il Ceo di Notion ha usato una metafora molto efficace: «È come la scoperta dell’elettricità. L’AI è l’elettricità, e questa è soltanto la prima lampadina. Molte altre applicazioni arriveranno».
4) 🖱 Addio click
L’ha spiegato benissimo Valerio Bassan qui.
C’era un tempo in cui i motori di ricerca erano soltanto motori di ricerca, aggregatori intelligenti di link. […] Con l’integrazione dell’AI nascono i motori di creazione, capaci di fornirci non solo risposte ‘pescate’ qua e là, ma anche analisi e approfondimenti generate apposta per noi.
😱 Ansia ok, ma meno
Come ha raccontato Axios, «decades of constant pivots at the hands of Big Tech firms had media executives losing sight of which audiences they aimed to serve to begin with».
Siti come Mediaite hanno iniziato a registrare livelli di engagement record una volta che hanno iniziato ad affrancarsi dai social e dalla Seo.
«The thinking has changed from "find the SEO angle" or "find the Facebook angle" to "find the Mediaite angle, and a large, loyal audience has followed», ha spiegato uno dei dirigenti.
E insomma, man mano che i contenuti search-based diventano sempre più commodity, i brand dovranno trovare sempre più i modi di servire nuove audience sempre più specializzate, piuttosto che le masse.
La conclusione più bella per il futuro la lascio ad Axios:
Journalism has faced technological disruption for years, and while some brands have struggled to figure out their business models in the wake of those changes, others have relied on their authority and trust to carry them through.
💡 Cool Creators
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Chi è 👉 Un account anonimo Life In North Korea.
Che numeri ha 👉 220k su TikTok
Cosa fa 👉 Mostra semplici video di vita quotidiana in Corea del Nord.
Perché mi ha colpito 👉 Perché mostra informazioni banali eppure inaccessibili a gran parte del mondo.
🙌 Pezzi belli belli
🐘 «Questa è la storia di un amore. La donna della storia si chiama Buckley. L’elefante si chiama Tarra». La storia di Carol Buckley, attivista specializzata nel recupero degli elefanti.
🥺 36 modi per vivere in maniera differente. «Stop trying to be “balanced.” Balanced people don’t change the world, nor are they particularly interesting. Be yourself, embrace the highs and lows, live a little».
🔗 Il Guardian indaga sul passato schiavista dei suoi proprietari.
🏀 14 bellissimi siti anni 90.
🌎 I giorni di vacanze dei lavoratori nel mondo (no, non siamo quelli con più giorni).
⚒ Tools & How-to
Un’AI utile: quella che ti fa cercare il film in base a come ti senti.
Il vostro capo vi piazza troppe riunioni? Citategli questo Paul Graham pre-call del 2009: l’agenda di un manager è diversa da quella di un dipendente.
Massì, facciamoci altre mappe mentali online.
💵 Work
Fanpage cerca un Editor.
Tootor un Copywriter.
Mailbird un Content writer.
Iapwe pure.
Deloitte vuole un Communication chief of staff.
Editorial domus uno Specialista Seo.
Daje,
torno a lavorare e ci sentiamo giovedì. Settimana prossima mi risposo in Puglia. Ci rivediamo giovedì 13.
E Buona Pasqua!
Ciao Francesco, grazie come sempre per questi contributi. A mio modesto avviso il rischio di "disoccupazione tecnologica" non solo esiste ma è ampiamente sottovalutato, nello specifico per le professioni digitali. Nell'ambito dei social media e del social journalism impatteranno ancora di più nel rispondere alle esigenze di pubblici specializzati o di nicchie sempre più esigenti. Modelli del genere implicano quasi rivoluzioni copernicane, sia per i grandi media digital (era zero click), che per le agenzie o per i creator. Non voglio per forza avere una posizione catastrofista, non riesco a prevedere quando possa eventualmente avvenire, ma ho la percezione che attualmente siamo e saremo sempre indietro (di quanto? di mesi?) rispetto alla prossima evoluzione delle AI.
Onestamente sì, sono un po' preoccupato.
Non volerei mai su un aereo che ha il 10% di probabilità di schiantarsi, come penso la maggior parte delle persone. Secondo il 48% degli stessi ricercatori che lavorano allo sviluppo dell'IA, però, stiamo decollando su tale aereo: pensano ci sia una probabilità del 10% o più che l’impatto dell’IA avanzata sull’umanità sia «estremamente negativo (ad esempio, l’estinzione umana)».
Ho scritto un pezzo a riguardo, dove spiego meglio come questo potrebbe succedere (e linko degli articoli che lo spiegano meglio di quanto lo faccia io): https://esaminando.substack.com/p/link-post-gpt-4-la-potenza-dellia