Ciao Francesco, grazie come sempre per questi contributi. A mio modesto avviso il rischio di "disoccupazione tecnologica" non solo esiste ma è ampiamente sottovalutato, nello specifico per le professioni digitali. Nell'ambito dei social media e del social journalism impatteranno ancora di più nel rispondere alle esigenze di pubblici specializzati o di nicchie sempre più esigenti. Modelli del genere implicano quasi rivoluzioni copernicane, sia per i grandi media digital (era zero click), che per le agenzie o per i creator. Non voglio per forza avere una posizione catastrofista, non riesco a prevedere quando possa eventualmente avvenire, ma ho la percezione che attualmente siamo e saremo sempre indietro (di quanto? di mesi?) rispetto alla prossima evoluzione delle AI.
Non volerei mai su un aereo che ha il 10% di probabilità di schiantarsi, come penso la maggior parte delle persone. Secondo il 48% degli stessi ricercatori che lavorano allo sviluppo dell'IA, però, stiamo decollando su tale aereo: pensano ci sia una probabilità del 10% o più che l’impatto dell’IA avanzata sull’umanità sia «estremamente negativo (ad esempio, l’estinzione umana)».
L'ho trovato interessante perchè prova a inquadrare la questione de "l'AI prenderà il sopravvento sull'umanità" da una prospettiva completamente diversa. In particolare, parla di "data dignity" (io non avevo ancora mai sentito menzionare questo concetto) come possibile chiave per affrontare lo sviluppo dell'AI. Un passaggio in particolare mi ha fatto venire in mente di condividerti l'articolo: l'autore descrive la mancanza di contesto come uno dei principali problemi del web (cosa che non era prevista da principio, ma che poi è successa in forza di altre scelte fatte), un tema che tocchi spesso nei tuoi contenuti, e come forse siamo ancora in tempo per non ripetere lo stesso errore con l'AI, nonostante le oggettive complessità tecnologiche e di organizzazione sociale che andrebbero affrontate per riuscire nell'intento.
Ciao Francesco, grazie come sempre per questi contributi. A mio modesto avviso il rischio di "disoccupazione tecnologica" non solo esiste ma è ampiamente sottovalutato, nello specifico per le professioni digitali. Nell'ambito dei social media e del social journalism impatteranno ancora di più nel rispondere alle esigenze di pubblici specializzati o di nicchie sempre più esigenti. Modelli del genere implicano quasi rivoluzioni copernicane, sia per i grandi media digital (era zero click), che per le agenzie o per i creator. Non voglio per forza avere una posizione catastrofista, non riesco a prevedere quando possa eventualmente avvenire, ma ho la percezione che attualmente siamo e saremo sempre indietro (di quanto? di mesi?) rispetto alla prossima evoluzione delle AI.
Onestamente sì, sono un po' preoccupato.
Non volerei mai su un aereo che ha il 10% di probabilità di schiantarsi, come penso la maggior parte delle persone. Secondo il 48% degli stessi ricercatori che lavorano allo sviluppo dell'IA, però, stiamo decollando su tale aereo: pensano ci sia una probabilità del 10% o più che l’impatto dell’IA avanzata sull’umanità sia «estremamente negativo (ad esempio, l’estinzione umana)».
Ho scritto un pezzo a riguardo, dove spiego meglio come questo potrebbe succedere (e linko degli articoli che lo spiegano meglio di quanto lo faccia io): https://esaminando.substack.com/p/link-post-gpt-4-la-potenza-dellia
Ciao Francesco. Ho da poco letto questo articolo di J. Lanier - uno dei pionieri della VR - sul The New Yorker e, nel caso non lo avessi già letto, ho pensato di segnalartelo: https://www.newyorker.com/science/annals-of-artificial-intelligence/there-is-no-ai.
L'ho trovato interessante perchè prova a inquadrare la questione de "l'AI prenderà il sopravvento sull'umanità" da una prospettiva completamente diversa. In particolare, parla di "data dignity" (io non avevo ancora mai sentito menzionare questo concetto) come possibile chiave per affrontare lo sviluppo dell'AI. Un passaggio in particolare mi ha fatto venire in mente di condividerti l'articolo: l'autore descrive la mancanza di contesto come uno dei principali problemi del web (cosa che non era prevista da principio, ma che poi è successa in forza di altre scelte fatte), un tema che tocchi spesso nei tuoi contenuti, e come forse siamo ancora in tempo per non ripetere lo stesso errore con l'AI, nonostante le oggettive complessità tecnologiche e di organizzazione sociale che andrebbero affrontate per riuscire nell'intento.