Ciao Francesco, interessante (come sempre lo è leggerti) il pezzo sulla parzialità/imparzialità del giornalista. E aggiungo la mia esperienza di ricercatrice qualitativa su questo tema. Ho avuto occasione di lavorare per la Rai nel 2002 per verificare presso il pubblico l'orientamento verso i programmi di informazione giornalistica in vista del lancio di un nuovo programma. Ho quindi moderato diversi gruppi di discussione in diverse città. Una delle evidenze più interessanti che emersero riguarda proprio la predisposizione ad accogliere una figura di giornalista/conduttore non neutrale. La neutralità venne identificata allora dal pubblico come poco chiara, non funzionale alla completezza dell'informazione e potenzialmente a rischio di manipolazione. Erano tempi ancora non incattiviti da tutto quello che sarebbe nato in seguito e mi chiedo che esiti darebbe oggi uno studio come quello. Anzi, se mai volessi lanciare un progetto in tal senso... mi candido fin d'ora a collaborare :)
Credo che la prima “parzialità” nasca dalla selezione della notizia da raccontare. Non credo poi al concetto di “verità” quanto a quello di “realtà” e apprezzo il giornalismo che prova a raccontarla anche dichiarando in modo trasparente quale ottica (valoriale ad es) utilizza per farlo.
Ciao Francesco, interessante (come sempre lo è leggerti) il pezzo sulla parzialità/imparzialità del giornalista. E aggiungo la mia esperienza di ricercatrice qualitativa su questo tema. Ho avuto occasione di lavorare per la Rai nel 2002 per verificare presso il pubblico l'orientamento verso i programmi di informazione giornalistica in vista del lancio di un nuovo programma. Ho quindi moderato diversi gruppi di discussione in diverse città. Una delle evidenze più interessanti che emersero riguarda proprio la predisposizione ad accogliere una figura di giornalista/conduttore non neutrale. La neutralità venne identificata allora dal pubblico come poco chiara, non funzionale alla completezza dell'informazione e potenzialmente a rischio di manipolazione. Erano tempi ancora non incattiviti da tutto quello che sarebbe nato in seguito e mi chiedo che esiti darebbe oggi uno studio come quello. Anzi, se mai volessi lanciare un progetto in tal senso... mi candido fin d'ora a collaborare :)
Credo che la prima “parzialità” nasca dalla selezione della notizia da raccontare. Non credo poi al concetto di “verità” quanto a quello di “realtà” e apprezzo il giornalismo che prova a raccontarla anche dichiarando in modo trasparente quale ottica (valoriale ad es) utilizza per farlo.