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Visto che torni sullo stesso tema usandolo come pretesto per parlare di questa fantomatica “autocensura” e “censura dal basso”, prendendo nuovamente di fatto le difese di J K Rowling senza prendere di riferimento le critiche, ma utilizzando la voce di chi ti è utile per dare veridicità ai tuoi argomenti, riproviamoci.

Quanto è intellettualmente onesto non prendere in considerazione le critiche di una comunità marginalizzata di cui non fai parte, a cui non hai dato voce e che hai a malapena nominato?

Fornire un racconto parziale, riducendo proteste e rivendicazioni della comunità trans e dei suoi alleati a “qualcosa che potrebbe non piacere ai lettori“ è il tuo modo di “abbracciare la complessità”?

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Fraoggiano condivido la tua riflessione. Si crede, infatti, che assecondare il politically correct possa far crescere valori apprezzabili e migliorare le persone. Spesso invece preclude la possibilità del confronto e del dialogo. Questa autocensura preventiva radicalizza le posizioni di partenza e impedisce la possibilità di comprendere altri punti di vista, allargando la reciproca visione delle cose. Questo crea un mondo migliore? Non credo.

Infatti, i luoghi di dialogo si restringono e aumentano quelli dello scontro. Mi colpisce che anche la manifestazione di un proprio stato d'animo venga interpretata come una manifestazione d'intolleranza o di omofobia.

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