Ecciao! Quasi finita una settimana bella intensa.
🙋♂️ Ho tenuto un altro incontro di formazione in un’azienda, organizzato da Wired, mi stanno divertendo un sacco.
🎙️ Sto continuando a pitchare ad alcuni brand il primo evento di Digital Journalism di cui vi parlavo. Per ora ottimi feedback, incrocio le dita e continuo a imparare un sacco
📅 Venerdì alle 12 commentiamo l’attualità con Ale Cattelan su Radio Deejay!
🇮🇹 Vi scrivo questa newsletter appena arrivato in Puglia, dove starò per le vacanze di Pasqua. E ora, cominciamo!
💇♀️ Heather, che ha anticipato tutto
Sto leggendo il bellissimo Extremely Online di Taylor Lorenz e mi sono imbattuto in questa storia che mi ha lasciato basito. Perché ha anticipato tutto quello di cui stiamo parlando in questi giorni: gli influencer, le shitstorm, il rapporto coi brand, un divorzio e la presenza dei figli sui social.
Si chiamava Heather Armstrong. Mormona poi fuoriuscita, infanzia nel Tennessee, nel pieno della bolla delle delle dot com inizia a lavorare giovanissima come web developer a Los Angeles .
Nel 2001 apre Dooce.com. È un blog in cui, con uno stile ironico e molto personale, parla della sua vita quotidiana di neomadre.
👨👩👧 Le mamme blogger che rivoluzionarono tutto
È l’inizio del fenomeno delle mamme blogger. Come scrive la Lorenz, fino agli anni 2000 il racconto della quotidianità delle madri, con tutte le sue difficoltà, è tabù, al massimo confinato a qualche confidenza tra donne in contesti privati. L’immagine della madre è stata costruita dai magazine femminili, in una versione idealizzata, e spesso figlia di misoginia.
Grazie a Heather Armstrong e altre bloggers, una generazione di madri sbarca su internet a raccontare in maniera la propria vita quotidiana, tra cacche da pulire, prodotti da provare e soprattutto difficoltà concretissime.
«I lettori cercavano un’alternativa alla versione idealizzata della maternità dei sui media tradizionali, e la trovarono nei blog. Le mamme blogger furono le prime a portare un qualche tipo di sincerità nella sfera pubblica»
E Heather è «la regine delle mamme blogger».
💇♀️ 8 mln di lettori al mese
Nel 2004 è tra le prime a inserire la pubblicità sul suo blog: una decisione accolta con una shitstorm dai suoi lettori, che ancora non concepiscono una forma di monetizzazione dei creator (ah, che tempi).
Nel 2009 è al culmine della fama. Viene letta da 8 milioni di lettori al mese, pubblica 2 libri, compare all’Oprah Winfrey Show, è l’unica blogger a comparire tra le donne più influenti dei media di Forbes e ha una casa con sei camere da letto a Salt Lake City in cui vive col marito e i due figli che diventa meta di culto per i suoi lettori-adoratori.
🥹 L’inizio della fine
È tutto perfetto. È l’inizio della fine.
1️⃣ Nel 2012 annuncia a sorpresa il divorzio dal marito, demolendo quel ritratto di matrimonio incantato a lungo immaginato dai lettori. I due daranno versioni contrastanti sui motivi della rottura su due media diversi…
2️⃣ Un anno dopo viene inviata dal brand Banana Republic a fare un viaggio in Utah e raccontarlo sul suo blog (quello che oggi chiameremmo un branded content). Il racconto, col suo stile tagliente, non piace a Banana Republic, che chiede dietro minaccia di cancellare l’articolo. Da quel giorno, sempre più brand insisteranno per approvare il contenuto dei contenuti sponsorizzati con i creator.
3️⃣ Heather vede i figli crescere. E sì, raggiungere l’età in cui iniziano a opporsi all’esposizione online a cui sono stati sottoposti.
4️⃣ Negli stessi anni arrivano i social media e gli influencer. Pochissime mamme blogger riusciranno ad adeguarsi ai nuovi linguaggi, la maggior parte abbandonerà la carriera.
5️⃣ Infine la mazzata finale: l’odio online. Heather e altre mamme bloggers, diventate ormai «personalità» - e forse anche perché donne - diventano il target preferito di chi vuole passare la vita online a insultare altre persone.
I pochi anni che seguono sono fatti di oblio e di una vecchia lotta contro la depressione e l’alcolismo.
Il 9 maggio 2023, all’interno della sua casa a Salt Lake City con sei camere da letto un tempo meta di lettori-adulanti, Heather Armstrong si suicida. All’età di 47 anni.
È stata la prima influencer di sempre.
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questa storia ci ricorda di come la notorietà sia volubile e a volte pericolosa, gli idoli diventano bersagli con una velocità spaventosa e la scarsa empatia che caratterizza la nostra società ha decretato questo tragico finale, povera anima💔 dovremmo fermarci sempre a riflettere che dietro agli schermi ci sono persone comuni, prima di esprimere qualsiasi commento.
Grazie Fra per aver condiviso questo racconto🫶🏻
Sabato ho tenuto una lezione alla Bologna Business Scholl e ho portato questo tuo articolo come storia da ricordare quando si fa e si parla di Influencer Marketing!